29 Mag 2014

Croazia, Bosnia e Serbia: servono aiuti dopo le alluvioni

35 ore di pioggia, straripamenti, devastazioni. Ci vorranno cinque anni perché le campagne tornino a produrre come prima. È il momento di dare una mano

A metà maggio  in Croazia, Bosnia-Erzegovina e Serbia sembrava fossero arrivati l’apocalisse e diluvio universale insieme. La sofferenza della gente traboccava. Ma la solidarietà tra questi tre popoli ci ha fatto vedere il volto umano di tante persone pronte a collaborate. Speriamo solo che i nostri Governi, la protezione civile e noi cittadini tutti insieme abbiano imparato la lezione perché questo non succeda più?

Il 13 maggio
l’aria polare dall’Europa centrale
è penetrata nel bacino del
Mediterraneo e si è formata sul Mar Adriatico una zona di bassa
pressione. Il 14 maggio la bassa pressione si è spostata sul sud-est
dell’Europa, tra Croazia, Bosnia-Erzegovina e Serbia, diventando stazionaria. I meteorologi
serbi e bosniaci hanno chiamato Tamara il ciclone che si è formato.
Il 15 maggio le precipitazioni mensili di Belgrado avevano rotto
il record storico (175 litri per mq del 1897), raggiungendo 205 litri
per mq. Da Sabato 17 maggio, la pioggia si è calmata, e il clima è
divenuto gradualmente più caldo e assolato, dando tempo per i
soccorsi e i salvataggi. Il 18 maggio, il ciclone si è spostato più
a nord-ovest verso la Croazia.


La ragione dell’inondazione principale è stato il fiume Sava, che costituisce un confine naturale tra la Bosnia-Erzegovina e la Croazia, scorre in Serbia e drena nel Danubio a Belgrado. Mercoledì 14 maggio le piogge hanno causato inondazioni torrenziali tra le regioni montane, distruggendo i ponti e le infrastrutture e causando numerose frane. L’impatto mortale si è verificato il giovedì 15 maggio, quando il livello dell’acqua in vari affluenti di destra della Sava improvvisamente e in maniera incontrollata è aumentata ad un ritmo senza precedenti, inondando le città nelle loro valli. Il fiume Bosna nella Bosnia centrale ha inondato completamente le città di Doboj, Maglaj, Zavidovići e Šamac. Mentre il fiume Kolubara, vicino a Belgrado, ha fatto lo stesso a Obrenovac. Sono queste le città che hanno avuto la quota maggiore di vittime.

Successivamente, il fiume Sava è salito a livelli di altezza record, minacciando la città di Slavonski Brod in Croazia e in Serbia le città di Šabac e Sremska Mitrovica, con i numerosi villaggi dove gli argini hanno ceduto in più punti. Le catastrofiche inondazioni che hanno sconvolto in modo ben più esteso e drammatico Serbia e Bosnia-Erzegovina, si sono dunque abbattute anche nella regione croata della Slavonia, travolgendo una decina di borghi e comuni. L’acqua del fiume Sava è tracimata vicino a Rajevo Selo e Račinovci, e quindi l’evacuazione è stata ordinata per i luoghi di Gunja, Rajevo selo, Račinovci, Strosinci, Posavski Podgajaca, Drenovici e Vrbaja. Benché nelle principali città della regione, Slavonski Brod e Zupanja, gli argini del fiume abbiano tenuto, la situazione è stata particolarmente tesa nelle campagne e nel villaggio di Soljana.

A partire dal 19 maggio, circa 15.000 persone in alcune parti orientali della Croazia sono state evacuate dalle loro case. Uno dei punti più critici è stato l’argine del Sava a Slavonski Šamac, dove si trova la confluenza del fiume Bosna e Sava. A quel punto gli argini erano sotto forte pressione causata dalla enorme quantità di acqua proveniente dalla Bosnia-Erzegovina. Ci sono stati anche inondazioni nella regione di Banovina, nelle città di Hrvatska Kostajnica e Dvor, per lo più causata dal fiume Una. In tutti i paesi sono state spazzate via case, chiese, moschee, strade ed edifici di ogni sorta.

Nonostante abbia smesso di piovere da giorni, e le temperature stiano lentamente salendo, buona parte della Croazia orientale, quasi un terzo del territorio della Bosnia-Erzegovina e della Serbia si trova tuttora sommersa dalle acque dei fiumi con la piena minaccia di rompere gli argini.
Adesso cresce in modo preoccupante il rischio di epidemie in tutta l’area colpita dalle alluvioni, tanto che il Governo ha dovuto disporre lo stato di quarantena per molti villaggi, a causa delle centinaia di carcasse putrescenti degli animali travolti dalle inondazioni, che costituiscono un ricettacolo micidiale di infezioni ed epidemie. Ogni struttura sanitaria, sia pubblica che privata, sta inviando medici, infermieri e personale medico per monitorare la situazione ed effettuare le apposite misure preventive.

Intanto il Ministero del Lavoro croato ha annunciato che in questi giorni verranno assunti 945 residenti disoccupati delle zone colpite in Croazia per prestare servizio nelle squadre di soccorso. Secondo la nota diffusa martedì dal Servizio per l’impiego di Zagabria, tutti coloro che otterranno l’impiego percepiranno un salario mensile di 465 euro, più il rimborso delle spese di trasporto.

I funzionari dicono che ci vorranno cinque anni per il recupero dell’agricoltura nelle regioni colpite.

Ancora una volta l’uomo si rivela fragilissimo davanti alle forze della natura. L’unica cosa che si può fare, come sempre in questi casi, è dare una mano ai nostri fratelli. La disgrazia naturale  non ha  preferenze, il nostro cuore, se sta dalla parte dei più deboli, lo può avere.

Ecco alcune indicazioni per dare un aiuto concreto:

– Caritas  della CROAZIA – causale: “ZA POMOC POPLAVLJENIMA U SLAVONIJI”: SWIFT(BIC) ZABAHR2X   IBAN: HR1123600001101621994; ON-LINE: http://www.caritas.hr/donacije_online.php

Croce Rossa croata offre la posibilità di mandare l’aiuto a tutti e tre paesi, o sia:  CROAZIA, BOSNIA-ERZEGOVIAN O SERBIA con la donazione on-line: https://ipg.webteh.hr/donate/hr/6531f2f16236fe835c86940e4e3feb084bf03cd2

– Croce Rossa della BOSNIA-ERZEGOVINA- causale: „ZA POMOĆ STANOVNIŠTVU POPLAVLJENIH PODRUČJA“SWIFT CODE : RZBABASS
IBAN CODE: BA391610000000850119ON-LINE: http://www.ckfbih.ba/donacije

Caritas della BOSNIA-ERZEGOVINA:SWIFT CODE: UNCRBA 22IBAN: BA39 338 690 481 206 3318,Sito del Caritas della Conferenza episcopale della Bosnia-Erzegovina 
Croce Rossa della SERBIA causale: “ZA ZRTVE POPLAVE”SWIFT CODE: KOBBRSBGIBAN: RS35205007080003980905Sito della Croce Rossa della Serbia

Fonti:
2014 Southeast Europe floods, Croazia: dopo l’alluvione è ancora emergenza, http://www.naslovi.net/tema/638297, http://www.vecernji.hr/hrvatska/vlada-odlucuje-o-novom-sefu-hbor-a-941578

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