21 Set 2015

Cuba, dissidenti pacifici arrestati. Ma il Papa voleva incontrarli

Gli attivisti pacifici sarebbero stati arrestati dalla polizia segreta cubana mentre raggiungevano la Nunziatura. La fondazione per i diritti umani replica: «arresti violenti e ingiustificati». Lombardi conferma l’invito del Papa: «c’è stata una telefonata con i leader dell’opposizione»

«Il possibile rifiuto ad accogliere le voci di uomini e donne dissidenti cubani sta trasformando il viaggio di Papa Francesco in un pugno allo stomaco ai cattolici devoti dell’isola. Tuttavia il Papa non sarebbe a Cuba se Raúl Castro non avesse pensato a questo tour come un ritorno d’immagine del proprio regime. Per esprimere solidarietà con i dissidenti il Papa avrebbe dovuto offendere i suoi ospiti». E’ dura la critica al viaggio apostolico di Papa Francesco a Cuba pubblicata stamane dal The Wall Street Journal in un articolo a firma di Mary Anastasia O’Grady. Il pezzo intitolato “Dissidents Beg to See the Pope” (I dissidenti elemosinano per vedere il Papa) ha sollevato dei dubbi su una possibile repressione, operata dalla polizia segreta, nei confronti di alcuni esponenti della resistenza, diretti alla Nunziatura apostolica per incontrare il Pontefice.

Secondo quanto riferisce il CapitolHillCubans, organo di informazione dei cubani contrari al regime castrista, un gruppo di dissidenti erano stati invitati, all’ultimo minuto, a salutare Papa Francesco nella Nunziatura apostolica dell’Havana, poco dopo il suo arrivo. Ma, secondo la fonte, sarebbero stati arrestati dalla polizia mentre erano in viaggio. Fra gli arrestati ci sarebbero dei membri delle Damas en Blanco (un gruppo di protesta pacifica fondato da mogli, vedove e madri dei prigionieri politici cubani) e alcuni attivisti dell’Union Patriotica Cubana. Immediata la risposta della Fondazione per i diritti umani a Cuba che, dopo aver identificato i dissidenti, ha condannato la repressione dichiarando al The Huffington Post di «essere profondamente turbati per degli arresti così violenti nei confronti di attivisti pacifici, arresti operati da funzionari cubani. Esortiamo Sua Santità Papa Francesco di intervenire a nome di questi attivisti per il loro rilascio immediato e incondizionato».

Nel pomeriggio, padre Federico Lombardi, interpellato dai giornalisti, ha dichiarato che un contatto tra il Papa e gli attivisti ci sarebbe stato. «Non posso smentire che ci sia stata una telefonata con persone dell’opposizione, con l’idea che si potesse fare un saluto del Papa. Ma non è stato previsto un incontro particolare e speciale con il Santo Padre. Questo è quello che posso dire». Forse le autorità hanno impedito un incontro col Papa?, chiede un cronista. «Mi consta – spiega il direttore della sala stampa vaticana – che ci sia stato un tentativo, ci sono stati degli approcci di queste persone nell’ipotesi di avere un segno di presenza e di saluto». Quanto al possibile contatto voluto dal Papa, Lombardi ha aggiunto: «È stato un segno di attenzione, un desiderio di manifestare attenzione per tutti e quindi anche per le persone che sono dissidenti, però senza un progetto, un’iniziativa specifica particolare e quindi non ho idea che ci siano ulteriori sviluppi. Naturalmente il desiderio di parlare c’è sempre, anche quando non c’è il Papa. È il desiderio della Chiesa che è qui a Cuba. Il desiderio è sempre quello di dialogare».

Analogo episodio accadde nel 2012 in occasione della visita di Papa Benedetto XVI. Bertha Soler, leader del gruppo Damas en blanco espresse al nunzio papale Bruno Musaro la volontà di incontrare, anche solo per un minuto, il Pontefice per comunicargli la situazione attuale del popolo cubano. «Se ha tempo per vedere Fidel Castro – chiedeva Soler – perché non lo trova anche per ascoltare gli ermaginati e gli oppressi?». Ma quell’incontro non avvenne. Il 27 Marzo 2012 a Santiago, il Pontefice affidò alla Vergine del Cobre, patrona di Cuba, tutti coloro che «sono privi di libertà e sono lontani dalle persone care», auspicando passi in avanti «nel cammino di rinnovamento e speranza per il maggior bene di tutti i cubani». Ieri Papa Francesco, parlando ai giovani dell’isola, li ha esortati ad avere cuore e mente aperta. «Voi, giovani cubani, – ha detto Francesco – anche se pensate in modo diverso, anche se avete diversi punti di vista, proseguite insieme, alla ricerca di speranza, per il futuro e la nobiltà del Paese».

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