Sfondo nero come il sangue e scritte multicolori come l’anima per la
pagina web del FEMUA, festival delle musiche urbane di Anoumabo
sostenuto dall’UNESCO, la rassegna più originale della Costa
D’Avorio che da sei anni anima i cuori africani. Quest’anno si
svolgerà in un quartiere povero, quello di Abidjan, dall’1 al 4
aprile.
Artisti provenienti da vari paesi dell’Africa, in particolare da
Mali, Congo, Botswana e Libano canteranno e faranno ballare il
pubblico: saranno sempre presenti i Magic System, gruppo promotore
del festival. «Vogliamo
usare la cultura per unire i giovani»,
afferma Salif Traorè, in arte A’Salfo, cantante del gruppo: pace e
coesione sociale, ritmo e passione per un quartiere che ha visto
troppa violenza da quando vennero contestate le elezioni nel 2010.
L’obiettivo è far sentire gli
spettatori panafricani,
ovvero eliminare, almeno per qualche giorno di festa, i risentimenti
nazionalistici e le fazioni a favore dell’incontro, dell’unità fra
le persone, non solo in modo simbolico ma reale: ogni anno infatti
opere sociali accompagnano il festival, e quest’anno ci sarà la
costruzione di una scuola materna e la ricostruzione
dell’orfanotrofio di Bouakè. L’africa si unisce per aiutarsi da sola.
Si dice che l’arte è capace di donare
vita: questo festival ne è un esempio.
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