Rivisondoli,
chiesa di San Nicola di Bari. All’ingresso siamo “accolti” da quattro NO,
espressi nella lingua universale dei divieti stradali. Tondi, col bordo rosso e
con l’immagine di ciò che è vietato. E, casomai non fossero abbastanza
espliciti, con l’aggiunta di una barra trasversale rossa (come il segnale che
vieta le segnalazioni acustiche).
Dei
quattro NO, ci attira – per la novità – il primo piano di una ragazza che fa una
bolla col chewing gum. Ci domandiamo
– da avvocati del diavolo – che cosa sia vietato: masticare chewing gum, fare le bolle col chewing gum o far rumore con lo scoppio
delle bolle di chewing gum? Possiamo
immaginare che «Tutte e tre» sia la
risposta esatta. E che il parroco sia stato spinto al divieto dall’aver beccato
qualcuno che si accostava all’Eucaristia senza essersi liberato della gomma.
Altrimenti
non si spiegherebbe perché scegliere proprio questo, fra decine di atti
sconvenienti (che non elenchiamo per non istigare a delinquere). O dobbiamo
supporre che ciò che non è vietato… è permesso?
E pensare che il parroco,
anziché caricarci di una nuova impossibilità, avrebbe potuto sfruttare
l’occasione per parlarci di una nuova possibilità: quella di masticare la
parola di Dio. Un’invenzione dei padri della Chiesa – chiamata ruminatio – consistente nel tornare più
volte su un versetto, per gustarlo e spolparlo.