«Sono
cane che abbaia contro l’infelicità», così si definisce Davide Rondoni,
vincitore dell’edizione 2016 della Laurea Apollinaris Poetica, durante la cerimonia svoltasi presso
l’Università Pontificia Salesiana. È riconosciuto come il miglior poeta vivente.
Al momento della premiazione Rondoni, che fino a quel momento era seduto in
fondo all’aula, si è avvicinato verso il palco. Nel suo stile casual – giacchetto
di pelle, barba folta e sguardo apparentemente disinteressato – è stato accolto
dagli applausi dei presenti, accennando un timido ma sincero sorriso. Con “Il
segno di croce” e ”Incinta dice il test” ha sorpreso la giuria per la forza con
cui descrive, attraverso artifici poetici, problematiche quotidiane ed
esistenziali.
«Scrivere di poesia non è affatto bello. Leggere le poesie è
piacevole, ma il poeta vive un inferno esistenziale, scrive perché ha
un’urgenza ed è costretto a lavorare con materia prima grezza e imprendibile,
sfuggente». La poesia è caos dell’Essere perché l’arte dice sempre tutta la
verità e il poeta-uomo si scontra con la sua limitatezza e la ferita del
limite esce sempre. Ma a differenza del pensiero comune, che etichetta i grandi
poeti cattolici con l’aggettivo “tristi”, essi invece «avevano capito prima di
tutti il problema», dice Rondoni, «ossia
che l’uomo è limitato» e quando capisce la precarietà dell’esistenza si fa
attraversare dalla crisi, facendo poesia.
Davide
Rondoni ha intrattenuto la sala contestualizzando il ruolo che oggi ricopre la
poesia e il rischio che quotidianamente deve affrontare. «La confusione tra
arte e “maniera” e il Manierismo in genere sono il contrario dell’arte»,
dichiara con fermezza, «ma tale situazione è conseguenza inevitabile di un mondo
fatto di astrazione». Con abilità retorica, che esercita come docente, ma ancor
prima come poeta, ha messo in guardia gli artisti e tutti gli operatori dell’informazione,
sottolineando il rapporto tra comunicazione e potere e ammonendo apertamente coloro che «con finta ingenuità snaturano la
parola per accrescere il potere».
L’arte
poetica di Rondoni è stata definita dalla critica «immediata, viva, intrisa
tanto del trascendentale quanto dell’aspetto più umano e fragile, lontano dagli
“intellettualismi”», che caratterizzano la poesia contemporanea. Le sue poesie
sono una «compenetrazione di carne e parole, che creano una lirica dell’uomo
per l’uomo, senza mai allontanarsi dal sacro, dall’insegnamento di Cristo che
non disdegnò di incarnarsi nel Corpo vero, di un uomo». Prima
della consegna del diploma, rigorosamente scritto in latino, Davide Rondoni ci
ha tenuto ad aggiungere «amo la vita e stare dentro le cose, sono cattolico ma
aperto a tutto, a non censurare il nulla del mondo».