25 Apr 2016

Davide Rondoni: “Scrivere poesia non è affatto bello”

Il poeta ha ricevuto il prestigioso riconoscimento Laurea Apollinaris Poetica 2016. «Leggere le poesie è piacevole, ma il poeta vive un inferno esistenziale»

«Sono cane che abbaia contro l’infelicità», così si definisce Davide Rondoni, vincitore dell’edizione 2016 della Laurea Apollinaris Poetica, durante la cerimonia svoltasi presso l’Università Pontificia Salesiana. È riconosciuto come il miglior poeta vivente. Al momento della premiazione Rondoni, che fino a quel momento era seduto in fondo all’aula, si è avvicinato verso il palco. Nel suo stile casual – giacchetto di pelle, barba folta e sguardo apparentemente disinteressato – è stato accolto dagli applausi dei presenti, accennando un timido ma sincero sorriso. Con “Il segno di croce” e “Incinta dice il test” ha sorpreso la giuria per la forza con cui descrive, attraverso artifici poetici, problematiche quotidiane ed esistenziali.

«Scrivere di poesia non è affatto bello. Leggere le poesie è piacevole, ma il poeta vive un inferno esistenziale, scrive perché ha un’urgenza ed è costretto a lavorare con materia prima grezza e imprendibile, sfuggente». La poesia è caos dell’Essere perché l’arte dice sempre tutta la verità e il poeta-uomo si scontra con la sua limitatezza e la ferita del limite esce sempre. Ma a differenza del pensiero comune, che etichetta i grandi poeti cattolici con l’aggettivo “tristi”, essi invece «avevano capito prima di tutti il problema», dice Rondoni, «ossia che l’uomo è limitato» e quando capisce la precarietà dell’esistenza si fa attraversare dalla crisi, facendo poesia.

Davide Rondoni ha intrattenuto la sala contestualizzando il ruolo che oggi ricopre la poesia e il rischio che quotidianamente deve affrontare. «La confusione tra arte e “maniera” e il Manierismo in genere sono il contrario dell’arte», dichiara con fermezza, «ma tale situazione è conseguenza inevitabile di un mondo fatto di astrazione». Con abilità retorica, che esercita come docente, ma ancor prima come poeta, ha messo in guardia gli artisti e tutti gli operatori dell’informazione, sottolineando il rapporto tra comunicazione e potere e ammonendo apertamente coloro che «con finta ingenuità snaturano la parola per accrescere il potere».

L’arte poetica di Rondoni è stata definita dalla critica «immediata, viva, intrisa tanto del trascendentale quanto dell’aspetto più umano e fragile, lontano dagli “intellettualismi”», che caratterizzano la poesia contemporanea. Le sue poesie sono una «compenetrazione di carne e parole, che creano una lirica dell’uomo per l’uomo, senza mai allontanarsi dal sacro, dall’insegnamento di Cristo che non disdegnò di incarnarsi nel Corpo vero, di un uomo». Prima della consegna del diploma, rigorosamente scritto in latino, Davide Rondoni ci ha tenuto ad aggiungere «amo la vita e stare dentro le cose, sono cattolico ma aperto a tutto, a non censurare il nulla del mondo».

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