Nel progetto “Dora” non c’è soltanto la forza del ricominciare, ma quella di ammettere talvolta a se stessi che l’aiuto non è solo per i più deboli, ma per quelli che hanno veramente il desiderio di tornare a sorridere dei propri risultati e dei propri diritti. È il principio a fondamento dell’iniziativa promossa a Monza dal Club Soroptimist International insieme a Caritas e al Consorzio sociale CL&S e punta, attraverso tirocini e corsi. a reinserire nel mondo del lavoro, tutte quelle donne che hanno perso il lavoro durante la pandemia.
Il progetto è finanziato dalla Regione Lombardia ed è stato selezionato tra le iniziative sociali utili per la ripresa dopo l’emergenza Covid-19. “Dora”, inoltre sostenuto finanziariamente con il concorso del Ministero del Lavoro.
PROGETTO DORA Dal Cittadino di Monza e Brianza Soroptimist Club Monza per le donne… sempre! Angela Levatino
Pubblicato da Soroptimist International Club di Monza su Giovedì 22 aprile 2021
Il progetto raccontato dai quotidiani
Una risposta all’emergenza
Il progetto deve essere una risposta di speranza e di sostegno alle persone. I numeri segnalati dall’Istat sono preoccupanti: hanno confermato che nel 2020 vi sono stati oltre 444mila occupati in meno solo in Italia e tra questi il 70% è donna, (fonte Corriere della Sera).
Questi dati se uniti con il “The impact of Covid-19 on women”, un report realizzato dalle Nazioni Unite, chiariscono al meglio che l’impatto economico del virus è stato notevole, e a soffrirne molto di più sarebbero proprio le donne. I motivi? Ci sono molte meno donne che lavorano e il dato esplicitato è segnalato dal rapporto così: il 94% degli uomini tra i 25 e i 54 anni ha un’occupazione, contro il 63% delle donne nella medesima fascia di età. Da non sottovalutare, inoltre, che quando quest’ultime lavorano hanno uno stipendio più basso. (per approfondire il tema, si legga anche: “Donne e lavoro: il Covid amplifica le disuguaglianze, ma il vento sta cambiando…“)
Soroptimist, Caritas e Consorzio CL&S
C’è un vero e proprio lavoro di squadra tra Soroptimist, Caritas e Consorzio CL&S, e i risultati del progetto non possono che beneficiarne.
Proprio il presidente della sezione di Monza di Soroptimist, Angela Levatino, ha così sottolineato la serietà dell’iniziativa: «Abbiamo iniziato dallo scorso autunno a selezionare le partecipanti tra le donne seguite da Caritas in condizione di particolare fragilità. Poi abbiamo selezionato le aziende del territorio in grado di accogliere queste donne per un tirocinio formativo di almeno tre mesi con una possibilità di assunzione». (dal Corriere della Sera) .L’iniziativa del Club Soroptimist di Monza, infatti, è rivolta in particolare a tutte quelle donne con livelli medio-bassi di istruzione e situazioni familiari complesse, con difficolta di inserimento sociale per scarsa conoscenza della lingua italiana e insuccesso nel mondo del lavoro.
Il presidente conclude così: «stiamo offrendo ad ognuna di loro un supporto personalizzato per trovare uno spazio professionale e sperimentarsi concretamente ed autonomamente nel lavoro».
Soroptimist non è sola: mette in pratica una strategia di condivisione del lavoro con Caritas e Consorzio CL&S. Nello specifico la Caritas cittadina cura il rapporto con le donne coinvolte, concentrandosi su un’attività di analisi delle esigenze personali, sia con un accompagnamento individuale, che di gruppo, per sostenere lo sviluppo delle competenze individuali e la responsabilità di ogni donna coinvolta nello sviluppo del proprio percorso lavorativo. Il Consorzio sociale CS&L focalizza i suoi interventi lungo l’attività formativa e l’accompagnamento nei tirocini presso le aziende. Il Soroptimist Club conferisce invece un rimborso spese mensile di circa 400 euro al mese per i tre mesi del tirocinio.
La forza del ricominciare
Il progetto “Dora” è agli inizi del suo percorso – l’iniziativa è partita da pochi giorni, a fine aprile – e già tra le prime cinque donne entrate nel progetto «c’è già una storia a lieto fine con un contratto di assunzione firmato; ma per tutte la formazione ricevuta significa un tassello importante per il loro futuro professionale», afferma così il presidente di Soroptimist.
Questo può essere già un piccolo passo per alcuni obiettivi dell’Agenda 2030, non solo quindi una serie di compiti elencati, ma un concreto invito a concliare la soluzione concreta dei problemi con il rispetto della dignità umana.