La
Pasqua di qualche giorno fa è stata anche l’occasione per rinnovare
un proposito che oggi, come in passato, è stato troppe volte
disatteso, ovvero la “sostenibilità”. Abbiamo bisogno di
un cambiamento culturale per poter guardare al futuro con speranza. La
nuova Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, che
comprende più di 80 diversi tipi di associazione tra università,
fondazioni e istituzioni, tenta appunto di sensibilizzare l’opinione
pubblica ai diversi aspetti che riguardano questo tema, informandola
circa le reali e concrete problematiche che affliggono l’ambiente e
gran parte della popolazione mondiale.
L’ASVis, attraverso le parole
del suo portavoce ed ex presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, ha
lanciato un messaggio chiaro, che nella sostanza è un invito e un
monito per la società, affinché si possa modificare il nostro modo
di condurre la quotidianità. Lo sviluppo sostenibile deve essere
legato ad una visione della vita che ruoti intorno all’ideale di
stabilire un percorso di progresso, un modello orientato al
miglioramento in termini di efficienza, in un quadro nel quale siano
più le risorse che ricaviamo rispetto ai livelli di consumo, e
sempre nel rispetto del contesto sociale, culturale e ambientale. La
situazione di insostenibilità infatti non si registra soltanto in
quest’ultimo ambito, ma è una condizione di crisi generale che si
ripercuote in modo preoccupante anche sulla collettività. I numeri
che emergono dalle ricerche statistiche sono a dir poco impietosi e
devono quindi indurci ad una riflessione, che ci spinga a riscoprire
il nostro lato umano. Poiché solo la solidarietà, l’altruismo, e la
preoccupazione per la vita del nostro prossimo sono i valori che
costruiscono quel senso di responsabilità che ci permette di
innescare un circolo virtuoso, fatto di azioni volte al miglioramento
della condizione umana nel mondo.
Ed è esattamente questa la
direzione che sembra essere stata intrapresa dall’Onu nell’Agenda
2030 e dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile,
dove Enrico Giovannini, da sempre molto sensibile a queste tematiche,
condivide da diversi anni tale approccio, operando con coerenza e
promuovendo la sua prospettiva. Il sociologo Aldo Bonomi, in un suo recente
intervento, lo ha ricordato citando una frase che rappresenta lo
spirito con il quale è stata concepita l’ASvis e che riprende
quanto appena anticipato: «solo nella mutazione antropologica
profonda del modello di sviluppo che determina le forme di convivenza
globale si potrà trovare, oltre l’emergenza, senso e significato
alla parola pesante sicurezza, che pesa come un macigno nella paura
del quotidiano». E forse è per questo che ho trovato tracce di
speranza, che vanno oltre la paura, nell’Alleanza Italiana per lo
Sviluppo Sostenibile.
L’auspicio dunque è che questa modo di
pensare possa diventare ben presto una prerogativa essenziale per gran parte
della nostra società.
Infatti, finchè
quest’ottica non ci apparterrà, rimanendo un interesse esclusivo
delle agende di governo, difficilmente i nostri buoni propositi
potranno tradursi in azioni concrete.