È stata la Nazionale di tutti, tra lacrime e sogni

L'Italia viene eliminata ai rigori dalla Germania nei quarti di finale dell'Europeo. Ma la squadra di Conte è tornata a far battere forte il cuore azzurro degli italiani, anche di chi non ci credeva

Ci eravamo lasciati due anni fa con una maglia azzurra calpestata, umiliata e derisa. Con il colpo di testa dell’uruguaiano Godin nel caldo brasiliano e un morso di Suarez che tutti abbiamo sentito come un’offesa al nostro orgoglio. Eravamo fuori dai mondiali ai gironi, praticamente ancora prima di cominciare a fare sul serio. Finiva l’era Prandelli e tutti gridavano al cambiamento. Ci siamo ritrovati due anni dopo in tutt’altra atmosfera, con una squadra sulla carta scarsa e sul campo irresistibile e con un condottiero in panchina, che ha forgiato un esercito puntando su carattere, appartenenza e motivazioni.

E c’è mancato davvero poco stavolta, l’Italia è uscita ai quarti di finale dell’Europeo ma abbiamo tutti vissuto un altro sogno azzurro, altre notti magiche. L’Italia di Conte (che aveva annunciato l’addio alla panchina prima della partenza per la Francia), criticata per mancanza di qualità, ha invece superato prima il favorito Belgio, e poi agli ottavi la Spagna campione d’Europa. Risuonava già la solita filastrocca: “Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini…”. La cantilena delle formazioni che rimangono nei ricordi, come quella dell’82, come quella del 2006. E al nostro appuntamento con la storia c’era ancora la Germania, stavolta formidabile più del solito, con i gradi di campione del mondo. L’Italia, sfavorita per natura, non si è arresa e anzi ha disputato una prova gagliarda e tosta, lottando su ogni palla e mostrando il cuore. I tedeschi, che mai ci avevano battuto in competizioni ufficiali ci superano ai rigori, il nostro incubo.
 
Piangiamo sempre noi dal dischetto, sconfitti da quella lotteria impazzita e imprevedibile per tutti, tranne che per gli azzurri. Noi dagli 11 metri abbiamo visto infrangere sogni su sogni. Sette volte a casa, dagli Europei alla Confederation Cup, perdendo addirittura così una finale dei mondiali. Le uniche gioie le abbiamo vissute a Euro 2000 (fregati poi dall’amaro golden gol di Trezeguet in finale), nell’apoteosi del 9 luglio 2006 a Berlino e nei rigori di Euro 2012, quando abbiamo superato l’Inghilterra ai quarti. Eppure forse come non mai stavolta usciamo testa alta, come chi ha dato tutto e torna a casa senza rimpianti. Ci sbattono fuori da Euro 2016 tra lacrime dense di passione, versate da campioni del mondo come Barzagli e Buffon, che vivono la maglia azzurra come una seconda pelle e forse hanno capito che questa è stata una delle ultime cartucce da poter sparare.

A fine gara erano tutti dispiaciuti e gli italiani se ne sono accorti. Al di là di ogni possibile sfottò, anche Zaza e Pellè erano distrutti, dopo aver macchiato un Europeo impeccabile con errori decisivi e grossolani sui penalty. L’attaccante del Southampton in particolare ha promettesso a Neuer di segnare con il famoso “cucchiaio” prima di calciare il rigore a lato in maniera goffa. Ha esagerato, ma se avesse segnato tutti l’avrebbero idolatrato come il nuovo eroe del calcio nostrano e spesso su un campo di calcio anche giochi psicologici di questo tipo hanno fatto la differenza. Ci piace immaginare che dentro quel gesto c’era la voglia di rispondere alla vanità tedesca che ci ha accompagnato prima, durante e dopo la partita. Da quel “Oggi la mamma non vi aiuterà” titolato da BZ Berlin, alla scenografia dei loro tifosi con tanto di coppa, fino alla scelta di Schweinsteiger di battere i rigori sotto la curva dei tifosi italiani in segno ulteriore di sfida.

E’ andata male, ma questa Italia ci è piaciuta ed ha emozionato, rendendo un popolo intero orgoglioso di sventolare il tricolore, al di là della sconfitta. E forse è stata una bella storia proprio perché Conte e i suoi hanno smentito tutti semplicemente facendo parlare il campo, prima rispondendo alle critiche e poi facendo salire sul carro dei vincitori anche i detrattori. Perché la Nazionale è di tutti, anche di chi non ci crede mai. Per questo motivo nei cuori e nella mente degli italiani questa squadra è e sarà per sempre campione.

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