E’l’agenzia MISNA a
confermare l’epidemia di Ebola che sta colpendo non solo le zone di
Macenta, Gueckedou e Kissidogou, ma anche la capitale Conakry.
Tutta l’Africa orientale
è sotto shock: ancora non si conoscono le cause di questa epidemia,
la quale preoccupa principalmente per la febbre emorragica,
potenzialmente mortale, che si manifesta con febbre, vomito,
diarrea, dolore o malessere generalizzato o emorragia interna ed
esterna.
Il virus si trasmette molto facilmente attraverso il
contatto diretto, in particolare durante i riti funebri, tra persona
infette e sane. Anche il consumo di carne di bestiame contagiato è
fonte di contaminazione dei soggetti sani.
I dubbi sull’origine di tale epidemia però rimangono: il virus infatti è trasmesso attraverso il contatto con pipistrelli e piccoli animali della foresta, che possono infettare le scimmie e quindi l’uomo.
«I focolai umani di Ebola si espandono per contatto diretto con un animale o una persona infetta e la fase di incubazione è molto breve», spiega il direttore del Dipartimento Malattie infettive, parassitarie ed immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza:
«Le epidemie da virus Ebola sono periodiche in Africa, soprattutto nei paesi dell’Africa equatoriale. Le epidemie sono state sempre contenute e circoscritte in loco, dove invece gli interventi andrebbero potenziati dato l’alto tasso di mortalità legato a questo virus».
La situazione “allarmante” in Guinea e le possibili vittime di Ebola in Liberia hanno già spinto le autorità sanitarie dei paesi dell’Africa occidentale ad alzare il livello di allerta sanitaria, in particolare in Sierra Leone, Costa d’Avorio e Senegal, che hanno riattivato i programmi di sorveglianza epidemiologica.
Charles Quenum, esponente
della società civile guineana contattato a Conakry dalla stessa
MISNA, precisa: «Ieri
sera, con un comunicato diffuso alla radio e alla televisione, fonti
governative hanno precisato che per ora le morti accertate dal virus
sono 12 nella regione Forestière e una a Conakry, mentre sulla causa
degli altri 47 decessi non c’è stata alcuna conclusione formale».
Non esiste alcun
trattamento specifico all’ebola, manifestatosi per la prima volta
nel 1976 nell’allora Zaire e che si ripresenta ciclicamente in
diversi paesi dell’Africa centrale ed occidentale.
Il tasso di mortalità di
tale malattia è alto, dal 50 all’ 89% a seconda del ceppo virale, e
non esiste ancora un trattamento medico tramite vaccino.
Le
notizie, come accade in casi di epidemie, vengono rese note alla
popolazione con il contagocce, per evitare esodi di massa dalla
capitale verso paesi più vicini. La preoccupazione è notevole,
visto che nemmeno le periferie sono esenti dalla possibilità di
contrarre tale virus.
Negli anni Ottanta e
Novanta l’attenzione verso tale virus è stata amplificata dai mass
media grazie all’Ebola Reston, un tipo di Ebola poco dannoso per
l’uomo, un virus arrivato negli Stati Uniti e in Europa tramite
scimmie infette provenienti dalle Filippine, rendendo anche
l’occidente sensibile al tema.
Il dubbio rimanente,
riguardo all’allarme lanciato in queste ore in Africa, è legato alla
capacità che un’epidemia di tale livello ha nel creare una
situazione di shock diffuso, un panico generale di massa che potrebbe
tornare utile alle politiche già molto instabili della Guinea: non è
difficile intuire infatti che di fronte a calamità, epidemie e gesti
eclatanti, la situazione politica passi inosservata in secondo piano,
rendendo possibili forme di corruzione e favoreggiamento di interessi
economici che vanno a scapito della popolazione impaurita e sola con
il suo terrore.
Non è escluso che tale notizia, la quale
ciclicamente interessa molteplici zone dell’Africa, possa essere resa
nota ad intervalli precisi, in funzione di dinamiche di governo
confuse, al fine di creare una distrazione per i cittadini dalle
“dinamiche democratiche” in corso.