Il 9 marzo non sarà più una data come le altre, soprattutto quando la mente scorre verso quel freddo e cupo lunedì, post festa della donna del 2020.
Il futuro dell’Italia è nelle nostre mani. Facciamo tutti la nostra parte, rinunciando a qualcosa per il bene della collettività. In gioco c’è la salute dei nostri cari, dei nostri genitori, dei nostri figli, dei nostri nonni. Ho appena firmato il decreto #iorestoacasa pic.twitter.com/Cagtzf7hnQ
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) March 9, 2020
Non servono riassunti delle puntate precedenti o riepiloghi, visto che le immagini delle terapie intensive affollate e nuove chiusure nazionali sono ancora oggi all’ordine del giorno. Tuttavia dopo un anno inoltrato, non è più soltanto la paura del virus, il terrore dei contagi o il suono delle ambulanze a togliere la serenità degli italiani. La povertà nel Paese è ora un serio problema e questa non è altro che una logica conseguenza di attività economiche e di produzione, che nel corso di un anno hanno visto più stop, che uno studiato e sostenibile piano di rilancio. (Interessante a tal proposito un articolo di approfondimento del collega Marc-Auguste Kambiré).
Il Dipartimento per le politiche della famiglia riporta un’approfondita stima sulla povertà assoluta, che torna a crescere nel nostro Paese, toccando il valore più alto dal 2005. Il Dipartimento usa le stime preliminari dell’Istat sulla povertà assoluta del 2020, le quali saranno rese disponibili il 9 e 16 giugno 2021, e si può osservare che nel 2020 le famiglie in povertà assoluta sono oltre 2 milioni, oltre un milione in più rispetto all’anno precedente.
Lo studio dei dati dell’Istat mostrano quindi un blocco improvviso dei progressi di crescita mossi nel 2019. Era da quattro anni consecutivi che il numero e la quota di famiglie e persone in povertà assoluta diminuiva, sempre secondo il confronto dei dati Istat riportato dal Dipartimento. Secondo le nuove stime preliminari del 2020, tuttavia, la povertà assoluta tocca in Italia i valori più elevati dal 2005 – è stato preso in analisi questo anno, perché è proprio dal 2005 che è disponibile la serie storica per questo tipo di indicatore di valore – .
Ci sono da aggiungere, prima di mostrarvi il grafico qui sotto, dei dati da brividi. L’aumento della povertà assoluta è maggiore nel Nord e riguarda 218 mila famiglie – raggiunti i 7,6%. Si partiva da 5,8% del 2019!. Si parla quindi di un totale di 720 mila persone. Tutto questo sempre secondo il Dipartimento.
Ecco il grafico e concentriamoci anche su un altro dato che crea scalpore.
Ebbene sì, il tasso di povertà assoluta che fa più scalpore è quello riguardante le famiglie più numerose, dati che mettono con le spalle al muro e che fanno riflettere anche riguardo le nuove ed ennesime restrizioni imposte, proprio in questa nuova settimana – oggi lunedì 15 marzo risultano 12 regioni in rosso e le restanti in arancione, nessuna zona gialla, bianca e libera da divieti soltanto la Sardegna – .
Intorno a questo clima di emergenza, paura e difficoltà è salito quindi il tasso delle richieste d’aiuto ad associazioni ed organizzazioni di volontariato. A detta di Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana di Milano, sono oltre 10 mila le famiglie che hanno chiesto aiuto alla Caritas nel 2020. Un aumento del 130% rispetto al 2019!
Luca Gabbi, direttore della Caritas diocesana di Imola, ha affermato al quotidiano “Il Resto del Carlino”, in un’intervista del 5 marzo 2021, di aver aumentato la frequenza media degli accessi giornalieri al centro di ascolto, usando una frase che punge ai timpani di tutti: «quello che stiamo vivendo rischia invece di essere la quiete prima della tempesta: oggi la situazione è relativamente tranquilla, tra ristori, contributi, blocco degli sfratti e dei licenziamenti; ma domani?».
Proprio quest’ultima domanda impone di ragionare e riflettere sul futuro che ci attende. Il Covid19, come ogni pandemia presente nella storia dell’umanità, è destinato a terminare il suo corso, lasciando tracce indelebili sulle pagine di storia e nell’immaginario collettivo di tutti. I cittadini dovranno quindi ricostruire e questo è un elemento che i governi mondiali devono tener ben presente, la corsa alla lotta contro la povertà passerà gran parte dal superamento definitivo della peggior pandemia degli ultimi cento anni.