Enea, interpretato da Castellitto stesso, è il protagonista assoluto del film, un giovane ragazzo trentenne che fa di tutto per sentirsi vivo e autentico in una società dove il frivolo diventa di fondamentale importanza. Un’altra figura di spicco è quella di Valentino, interpretato da Giorgio Quarzo Guarascio, è un amico d’infanzia con cui Enea condivide tutti i suoi progetti. Droga e malavita fanno da sfondo e da velo coprente a quelli che sono i problemi reali di una famiglia borghese, all’apparenza perfetta.
Il regista infatti, più che sulla storia dei singoli personaggi, si è focalizzato sulla rappresentazione di quelli che sono alcuni degli stereotipi collegati alla società italiana: Enea è la personificazione del trentenne nato e cresciuto nella borghesia, un personaggio che si presenta come una persona vuota dentro ma che deve rappresentare lo stereotipo del borghese apatico e nichilista, in stile La grande bellezza (Paolo Sorrentino, 2013); suo padre Celeste, interpretato da Sergio Castellitto, è la personificazione dello psicologo esperto nell’aiutare e risolvere i problemi altrui, ma che poi quando si tratta di se stesso e della sua famiglia non sa come agire, quindi si dedica a nascondere costantemente ciò che prova realmente; la madre di Enea, infine, raffigura l’archetipo della donna borghese che riveste un ruolo significativo nell’ambito lavorativo, ma che poi alla fine risulta essere totalmente insoddisfatta di come sta vivendo la sua vita.
“Enea è un gangster movie senza la parte gangster. Una storia di genere senza il genere“. Sono le parole del regista, volendo dare una definizione di genere al proprio film.
Il film presenta una buona cinematografia, con delle immagini curate che descrivono una situazione ambientale coerente con il livello di società descritto e trova l’irruzione del male e della criminalità, elementi che possono sembrare semplice conseguenza della volontà malavitosa dei protagonisti ma che diventano invece sorprendenti e inaspettate, in contraddizione alle situazioni che si stanno vivendo. D’altro canto, però, la pellicola presenta una cura meticolosa nei dettagli, i quali sono spesso difficili da scovare ma fondamentali per provare ad immaginare come si svilupperanno le azioni dei singoli personaggi.
“I protagonisti sono mossi dal mistero della giovinezza. Non fanno quello che fanno né per i soldi né per il potere, ma forse per vitalità, per testare il cuore, per capire fino a che punto ci si possa sentire vivi oggi, all’alba di questo nuovo millennio, saturo di guerre raccontate e di attentati soltanto visti”, ha continuato poi Pietro Castellitto.
Enea fotografa la borghesia romana, ma non solo, ricca di contraddizioni tra ciò che idealizza e ciò che vuole veramente vivere; la cifra di questa incoerenza è proprio il personaggio di Valentino, il quale vuole essere buono e altruista, ma è in contraddizione con il suo vero lato narcisista e oscuro.