In questo ultimo mese il mondo ha vissuto scene mai viste prima. Strade deserte, negozi chiusi, vie vuote e città svuotate, dove le persone hanno dovuto e devono ancora cambiare il loro modo di vivere la quotidianità. C’è chi è costretto a lavorare da casa e da casa fare atti di vita quotidiana come allenamenti, attività creative, arricchimento personale, studio ecc. Tra tutte queste persone ci sono anche persone come fotografi professionali, amatoriali o anche quelli a cui piace soltanto guardare le foto, che di solito sono abituati ad uscire e girare per il mondo scoprendo l’affascinante bellezza della vita.
Gli studenti della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università pontificia Salesiana per testimoniare la loro vicinanza ai compagni e i docenti di facoltà e dell’università, hanno creato una pagina Instagram di nome “fsc.shot“, dove le tutte le persone che sono interessate in qualche modo al mondo della fotografia possano condividere le loro foto e mostrare la loro visione di questa quarantena.
La pagina è stata creata con l’idea di aprire gli occhi e la mente delle persone osservando le particolarità degli oggetti e delle scene di vita quotidiana.
L’idea di questa pagina è stata suggerita dalla particolarità dell’esperienza di una giovane ragazza palestinese con una storia di vita impressionante. Il suo nome è Nidaa Badwan, ed è conosciuta per la sua protesta artistica che riguarda il suo popolo e le violenze che ha subito da parte di miliziani di Hamas. In questa protesta Nidaa si è messa in in autoisolamento in una stanza. Questo progetto viene chiamato “100 Days of Solitude”. Dopo aver concluso questa protesta Nidaa Badwan ha presentato al mondo fotografie di una sensibilità e creatività mai visti prima, nonostante abbia passato questo periodo in una stanza di pochi metri quadri, con gli stessi oggetti usati in maniere differenti, tali da rendere l’immagine molto forte e significativa.
«La pagina “fsc.shot” ha la sua radice nell’idea di generare qualcosa di buono, di florido, a partire da un humus all’interno del quale ci siamo trovati ad essere quasi prigionieri durante la quarantena, ossia le nostre dimore, le nostre abitazioni.
Tale pagina vuole essere uno argine di territorio creativo, un agglomerato di sensazioni, una sorta di installazione virtuale di opere manifestate dagli studenti per gli studenti», afferma una delle creatrici di questo progetto, Sara Michielin. C’è da aggiungere che l’idea della pagina è anche di espandere il progetto fuori dall’università: «Il progetto è aperto non soltanto agli studenti della facoltà, ma a chiunque abbia intenzione, senta la voglia, la necessità, il bisogno di condividere un’impressione, un’emozione, una gioia, una tristezza, resa da questa arte attraverso la luce, la grafite o le parole, a seconda dello strumento preferito e più congeniale».
Inoltre in questa pagina c’è anche la possibilità di esprimersi in altri modi diversi: «Vi convergono dunque disegni, foto, poesie, tutto ciò che può essere in qualche modo testimonianza creativa, interpretazione personale del particolarissimo momento che stiamo vivendo. La pagina vuole essere anche, forse in modo altezzoso, territorio di aggregazione, ponte tra le nostre esperienze diversificale, un tentativo dunque di unire le nostre impressioni quotidiane, raccontate attraverso la creatività di cui ciascuno di noi dispone»
In tutto questo sono state intervistate tramite i social le persone che hanno già questa pagina tra gli account seguiti su Intagram.
«È bello vedere come in questo periodo di distanza anche gli studenti possono sentirsi uniti tramite la pubblicazione di foto. Ognuno di noi ha la possibilità di condividere piccoli momenti della giornata, mostrando anche agli altri i nostri passatempi preferiti», attesta la studentessa della facoltà di Scienze della Comunicazione Elisa Zuppante. «La pagina fsc.shot è un’ottima opportunità per esprimersi attraverso fotografie e pensieri, trasformati in piccoli versi, in questo momento difficile per tutta Italia e il mondo intero. È un momento di condivisione, dove ognuno può raccontare la propria giornata passata in casa», ribadisce la sua collega Giulia Arpino.
Riguardo al futuro di questo progetto, è importante dire che la pagina rimarrà come una sorta di diario, all’interno del quale tutte le persone che hanno deciso di partecipare hanno inserito e lasciato una piccola parte di sé, del loro pensiero, delle loro paure, dei loro sogni. Dove tutto questo messo insieme potrà diventare una racconto quasi impressionante, fatto con parole e immagini una volta finito tutto.