09 Gen 2013

Fuori dal vaso

Messaggio anonimo n. 24

Da qualche tempo, sulle autostrade d’Italia, capita di assistere a uno spettacolo che si pensava estinto: un’auto ferma in una piazzola di sosta e, a due passi, un maschio orinante. Che non prova nemmeno a nascondersi e non pare un anziano incontinente.
Proviamo a domandarci il perché di questo ritorno. Per esibizionismo, non si direbbe. E allora, cos’altro? Troppa birra in corpo? Troppa coda nella toilette dell’autogrill? Troppi psicologi che consigliano di «non tenersi tutto dentro»?
A meno che non sia un desiderio inconscio di finire sui giornali. Proprio l’estate scorsa, alle Olimpiadi di Londra, il nuotatore Ryan Lochte (un plurimedagliato, non uno qualunque), ha beatamente rivelato d’aver fatto pipì in piscina, durante il riscaldamento pre-gara, e la cosa ha fatto immediatamente il giro del mondo. Se anche fosse stata l’attitudine alla velocità ad avergli giocato uno scherzo, colpisce la mancanza di pudore sia nella confessione che nel gesto. Oltre all’assenza di timore dei commenti altrui. Proprio come succede a Vittorio Sgarbi, Marina Ripa di Meana, Roberto D’Agostino, Flavia Vento, Ignazio La Russa, Daniela Santanchè e via scorreggiando, che usano la tv – e sono usati dalla tv – per produrre quelle esternazioni a ruota libera che fanno tanto spettacolo.
Che siano costoro gli ispiratori dei mingi-in-pubblico di cui sopra? Che siano questi personaggi privi di freni inibitori, che non filtrano le parole col pensiero, che prima di parlare non contano mai fino a dieci, e che – se gli scappa un urlo, un insulto, un ceffone – non ce la fanno a trattenerlo? Il problema diventa anche nostro se, invece di cambiare subito canale, ci scappa da ridere: è evidente che farla fuori dal vaso è contagioso.

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