Gli STAG ritornano con Mirabilia, un invito a riprendere le forze e ripartire

Un ritorno partendo da se stessi, ricominciando da quello che si è costruito e non che si è perso. Intervista a Marco Guazzone, frontman degli STAG.

Gli Stag, band romana nata da
un’idea del cantautore Marco Guazzone, torna con un nuovo singolo che anticipa
il loro secondo album dopo anni di collaborazioni e produzioni musicali per
l’ambiente cinematografico e televisivo. In questi anni hanno scritto brani per
diversi cantanti come Dimmi se mi vedi
adess
per Arisa, le musiche per il film Fratelli Unici di Alessio Maria Federici, interpretando il brano Cosa c’è, con la cantante Malika Ayane.
Sono gli autori della colonna del film Un bacio, di Ivan Cotroneo uscito il 31 Marzo del 2016.

La band è composta da quattro
membri: Marco Guazzone (voce, piano), Stefano Costantini (chitarra, tromba),
Giosuè Manuri (batteria) e Edoardo Cicchinelli (basso).

In occasione dell’uscita del
nuovo singolo, Mirabilia, che
preannuncia l’uscita del nuovo album, abbiamo intervistato la voce degli Stag,
Marco Guazzone.

Marco, ci spieghi il perché del vostro nome?

«Il nome STAG nasce da un
disegno, dal logo realizzato da mio fratello, Matteo Guazzone. Sentendo la
nostra musica l’ha rappresentata con un cervo con delle rose. In quel periodo noi
ancora non avevamo un nome. In inglese la parola cervo si dice deer oppure stag (cervo con le corna).

Il nostro nome è una
rappresentazione grafica della nostra musica».

Qual è il processo creativo alla base delle
vostre canzoni?

«Le nostre canzoni nascono di
notte. Ho scoperto di essere un animale notturno. Vado a dormire con il mio
Ipad e, nell’arco della notte, mi sveglio sognando delle melodie e dei testi, registro
delle note vocali; grazie alla tecnologia non dimentico ciò che ho sognato.

Nasce prima la melodia e poi
il testo perché nella mia idea di come vivo la musica, la musica già ha dentro
il messaggio ed è lei che ti dice di cosa parla quel determinato brano. All’idea/melodia
che porto si aggiungono gli altri del gruppo ed ognuno fornisce il suo
contributo nell’arrangiament è così che nasce la canzone».

Dopo aver realizzato colonne sonore per il
mondo cinematografico e aver scritto brani per altri cantanti, Come mai un
ritorno in sala d’incisione per un nuovo album?

«In realtà dovevamo uscire prima con
il disco: abbiamo iniziato a suonare i brani nuovi nelle date finali del
nostro primo tour, eseguivamo già una serie d’inediti. A posticipare l’uscita
dell’album è stato anche il cambio di etichetta. Per ben due anni siamo stati
senza alcuna etichetta e ora che lavoriamo con la INRI/METATRON.

Nonostante i dischi siano
oggi un po’ fuori moda, abbiamo l’idea che il disco serva per raccontare una
storia dell’inizio alla fine, come un libro che ha dei capitoli. In questi anni
abbiamo comunque fatto diversi singoli che rappresentano, oggi, la nuova
tendenza di come viene ascoltata la musica, ma noi restiamo amanti del disco fisico,
quello stampato; da appassionati e musicisti abbiamo deciso di farlo uscire
fisicamente».

Mirabilia è il titolo del  singolo uscito il
16 Dicembre, in cui si parla di come ricominciare e rialzarsi dopo che si è
subito un accidente. Come nasce questo brano?

«Nasce da un’esperienza
personale che è stato il nostro percorso, un percorso difficile che abbiamo
scelto di fare pur avendo attraversato tanti sacrifici per raggiungere questo
obiettivo. È sicuramente un tipo di percorso che può essere simile a tanti:
quel momento in cui si è persa la fiducia in se stessi e la canzone è proprio
un inno a riprendere le forze e ripartire perché le cose che ci aspettano sono
le cose del futuro, le cose belle sono già dentro di noi e quindi se ci
lasciamo andare queste cose riusciamo a tirarle fuori».

Senza mentire è stata
scelta dall’AISM per la sua campagna pubblicitaria. Avete a cuore la tematica
sociale?

«Secondo me è un po’ il potere
della musica riuscire a prendere un messaggio importante e renderlo più diretto,
perchè con l’idea di una canzone diventa ascoltabile da tutti e quindi la magia
della musica ti porta a rendere un concetto universale, farlo ascoltare ed
arrivare a tutti.
I temi sociali sono importanti, nascono da cose vere. Non è una scelta dire “adesso parliamo di
una cosa sociale”, fortunatamente è una cosa che avviene naturalmente».

Infine, Marco, qualche anticipazione sul prossimo
album?

«Uscirà l’anno prossimo, a
breve sveleremo quando. È un disco molto autobiografico, i testi sono la storia
di quello che ci è successo dopo il primo disco. È un concept album – già “L’atlante dei pensieri” lo era – dietro
un’idea che va dalla musica, agli arrangiamenti, ai testi, alle grafiche, e ci sarà
anche un duetto con una bellissima voce femminile che impreziosisce il disco.
Inoltre è un disco molto filmico. Al di là di alcuni brani che sono presi da
colonne sonore, è proprio un disco che racconta la colonna sonora di quello che
siamo.

È un disco che racconta la
nostra vita».

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