19 Giu 2014

Goal technology e inni mancati. Curiosità e stranezze di Brasile 2014

Goal technology, spray per segnalare la barriera, time out, inni nazionali non suonati. Questo mondiale sorprende e regala spunti di unicità

Francia – Honduras doveva essere una partita banale, scontata, già scritta. In effetti per certi versi lo è stata, tant’è che i transalpini battono 3-0 i centramericani, dimostrando quella superiorità che sulla carta tutti pronosticavano. Una partita che però entrerà nella storia per altri motivi. Il primo lo si intuisce ancora prima che cominci il match. Le squadre sono schierate al centro del campo, le telecamere sono pronte per la consueta carrellata sui volti emozionati dei giocatori, ma gli inni nazionali non si sentono. Momenti di imbarazzante silenzio, poi la decisione: la partita comincia senza gli inni a causa di un problema all’impianto audio dello stadio di Porto Alegre.




Per la prima volta nella storia, una partita del campionato del mondo si priva di un rituale sacro per il calcio. Una gaffe clamorosa, che va ad aggiungersi alle altre problematiche che hanno scosso l’organizzazione brasiliana in questi giorni. Ma non è ancora tutto, anzi, per certi versi il “meglio” deve ancora venire. La partita comincia, la Francia va vicina al gol più di qualche volta e alla fine la sblocca con un rigore realizzato da Benzema per un fallo subito dallo juventino Pogba. Francia in vantaggio e Honduras in dieci per l’espulsione di Wilson Palacios per somma di gialli.


Cala così il sipario emotivo sull’incontro e il desiderio di vedere un Davide che ancora una volta fa lo scherzetto a Golia. La partita va in discesa per i giganti blues, fino all’episodio che riaccende gli animi. Lancio di Valbuena per Benzema, che calcia prontamente di sinistro dentro l’area di rigore: la palla colpisce il palo interno, danza sulla linea, poi il portiere honduregno Valladares non trattiene. La tira fuori dalla porta, ma sembra troppo tardi: i francesi gridano al gol. È dentro? Il dubbio è amletico. Caos generale, urla, proteste, esultanze, disperazioni, c’è tutto questo in quei pochi secondi precedenti alla decisione arbitrale. Il brasiliano Ricci si consulta con i suoi tramite auricolare, poi convalida la rete. Decisione storica: per la prima volta da quando esiste il calcio, la tecnologia assegna un gol.




Si chiama goal tecnhology, un microchip all’interno del pallone che segnala all’arbitro se il pallone oltrepassa la riga di porta. La tecnologia si mette l’abito di festa e fa il suo ingresso in un campo di calcio, proprio nella platea internazionale più importante del pianeta: la coppa del mondo. Tutti d’accordo? Manco a dirlo, polemiche su polemiche. È questione di centimetri, forse millimetri. C’è chi sostiene che la macchina abbia sbagliato, chi rivedendo l’episodio ci fa notare come il pallone, seppur di pochissimo, abbia oltrepassato la linea di porta (ipotesi più accreditata), chi si astiene dal giudicar,e sostenendo come neanche la tecnologia possa nulla quando emergono e si palesano i limiti dell’occhio umano. Il caso è aperto ,e siamo sicuri, se ne parlerà per giorni.




Goal technology, spray per segnalare la barriera, time out, inni nazionali non suonati. Questo mondiale, iniziato da così poco, già ci sorprende e ci regala spunti di unicità.

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