Heidelberg, la città che non vuole inquinare

Il trasporto pubblico efficiente, una fitta rete di ciclabili, autobus a idrogeno, auto elettriche: le scelte di una città tedesca futuristica, emblema di una direzione politica intrapresa dall’UE

Ridurre l’uso delle auto e le emissioni: è questo l’obiettivo della cittadina di Heidelberg, in Germania. Il sindaco Eckart Wurzner sostiene che «se hai bisogno di una macchina, puoi usare il car sharing». Il suo obiettivo è debellare la dipendenza dalle auto. Infatti la cittadina di Heidelberg sta acquistando una flotta di autobus alimentati a idrogeno; sta avviando la costruzione di molte ciclabili e sta riprogettando interi quartieri per rendere la mobilità più ecologica.

Heidelberg è una cittadina di circa 160mila abitanti situata nella parte sud-occidentale della Germania, adagiata sul fiume Neckar. È un importante polo industriale, ma è famosa soprattutto per ospitare l’Università Ruprecht Karl, la più antica della Germania. È una città popolata quindi da molti studenti, caratterizzata da un’atmosfera romantica, soprattutto in stile barocco, e dal suo famoso castello, simbolo della città, amato da Goethe.

 

Vista dall'alto del centro storico di Heidelberg, Germania

 

Heidelberg è una città da cartolina che guida un movimento che intende ripensare la mobilità urbana. Secondo l’ambizione dell’amministrazione di Heidelberg non sarebbero sufficienti nemmeno i soli veicoli elettrici. «Se non puoi utilizzare il car sharing perché vivi troppo lontano e non ci sono mezzi di trasporto di massa, usa l’auto, ma solo per la stazione dei treni e non per il centro» afferma il sindaco Wurzner. Nonostante ciò, ai cittadini residenti che acquistano un veicolo elettrico viene offerto un bonus fino a mille euro e un sostegno di altri mille se installano anche una colonnina per la ricarica.

Wurzner però non si fida delle promesse delle case automobilistiche, a cui ha fatto intendere che le auto a combustibili fossili non saranno più le benvenute in città. I grandi colossi dell’automotive promettono di voler eliminare gradualmente i veicoli a combustione, ma le auto elettriche sono ancora molto costose e quindi fuori dalla portata di molti cittadini.

Il sindaco non è contrario ai veicoli elettrici, anche perché essi non inquinano l’aria, ma occupano lo stesso spazio urbano dei classici veicoli a combustibili fossili. Durante la pandemia i cittadini di Heidelberg, come quelli di molte città, hanno assaporato come sono i centri urbani liberi dal traffico delle ore di punta. Tuttavia il sindaco è consapevole che non sia sufficiente sostituire semplicemente l’alimentazione delle auto: «Non si tratta solo di auto alla fine», ha detto. «Hai bisogno dell’intero pacchetto».

È l’intero sistema che deve essere ristrutturato. Ad Heidelberg oggi solo il 20% dei cittadini si muove in auto, eppure il traffico, anche durante la pandemia, si congestiona durante le ore di punta. Tra le misure per rendere la città meno dipendente dalle auto c’è la volontà di potenziare decisamente il trasporto pubblico, che già attualmente si distingue per la sua flotta di tram elettrici a cui si aggiungeranno gli autobus a idrogeno. Parte del progetto sono anche le numerose ciclabili, con tanto di appositi ponti riservati alle biciclette. Interi quartieri sono ripensati per rendere possibili e convenienti gli spostamenti a piedi.

La riduzione delle emissioni non passa solo attraverso la mobilità. Questa città tedesca è riuscita a ridurre il consumo energetico delle scuole e di altri edifici del 50% nell’ultimo decennio. Prevede inoltre di essere in grado di produrre autonomamente energia eolica e solare e ha installato le stazioni di rifornimento a idrogeno che sosterranno la flotta di autobus. Nel 2009 è stata avviata la costruzione del quartiere Bahnstadt, con uno stile moderno e opposto dal centro storico, che punta a essere privo di traffico ed emissioni, grazie agli edifici innovativi ed ecosostenibili.

Heidelberg è una delle sei città europee considerate “innovative” da C40 Cities, un’organizzazione capitanata dall’imprenditore miliardario ed ex sindaco di New York Micheal Bloomerg, che promuove politiche urbane all’avanguardia e a tutela dell’ambiente. Heidelberg è l’esempio di una città europea che guida un movimento molto diffuso. Anche le grandi città europee, con più difficoltà ovviamente, si stanno muovendo per limitare il traffico nei centri urbani e ridurre le emissioni. A Stoccolma e Stoccarda sono stati vietati i veicoli diesel, molto inquinanti; a Madrid sono riusciti a ridurre le emissioni nel centro storico; a Berlino un comitato cittadino ha proposto di rendere i quartieri centrali quasi inaccessibili alle auto e valuta un referendum sullo stop delle auto. Anche i governi nazionali guardano in questa direzione: Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Slovenia vogliono vietare la vendita di auto a combustione interna dal 2030; Gran Bretagna e Danimarca dal 2035; Spagna e Francia dal 2040.

 

Nel frattempo però il Parlamento Europeo potrebbe bloccare la commercializzazione dei veicoli termici dal 2035. A giugno di quest’anno infatti il Parlamento si occuperà della revisione degli standard sulle emissioni dei veicoli leggeri. Il piano complessivo dell’Unione Europea prevede che «nei prossimi 18 mesi, una cinquantina di leggi saranno riviste a livello europeo per dare sostanza legislativa al Green Deal e uno di questi testi è quello relativo alla Legge sul clima, che fisserà l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 almeno del 55% nel 2030», ha spiegato Pascal Canfin, presidente della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo, nel corso di un’audizione alla commissione dell’Assemblea Nazionale per lo sviluppo sostenibile. In questo processo legiferatore saranno comprese «12 direttive relative al mercato del carbonio e alla nuova CO2, obiettivi che saranno applicati ai settori dell’auto, dell’agricoltura, della produzione di energia, delle abitazioni»,

«Ci sarà una profonda trasformazione del mercato automobilistico», ha sintetizzato Canfin. Questo sarà reso probabilmente inevitabile dall’UE perché «lo standard sulla CO2 sarà così severo che, allo stato attuale della tecnologia dei motori benzina e diesel, i propulsori termici non saranno più in grado di soddisfare il nuovi limiti».

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