07 Giu 2015

I limiti dell’euro-centrismo, visti dalla Nuova Zelanda

Se si gira la carta geografica, il mondo appare diverso. Soprattutto a noi "occidentali", che non sappiamo che cosa c'è oltre i nostri confini

«..tuttavia
io non ho fatto grandi scoperte anche se ho esplorato il Grande Mare
del Sud più di tutti quelli che vi andarono prima di me, tanto che
poco ora resta da fare per avere una conoscenza approfondita di
quella parte del Globo”.


J.
Cook, 1817


Mappamondi.
Se si prende un mappamondo si potrà facilmente verificare che,
girandolo, cambia la prospettiva dei Paesi che stiamo cercando. Se
vogliamo vedere dove si trova l’Argentina non potremo che accorgerci
che si trova nell’emisfero australe. Se invece guardiamo la Russia
non ci sfuggirà la vicinanza con il Polo Nord.

Sono in Nuova Zelanda e mi sono trovata a tavola
con una ragazza kiwi che si lamentava del fatto che nessuno sapesse
che la Nuova Zelanda è formata da due isole né tantomeno conoscesse
la geografia dell’Oceania. Ho provato, per fare un
esperimento, a domandare a un studente di Science
Po
(scienze
politiche) francese, quali fossero i Paesi confinanti dell’Iran, ma
né lui né nessun altro ha saputo rispondere. Il ragazzo iraniano
che era con noi. pazientemente ha spostato bottiglie e bicchieri per
spiegarci come la sua patria fosse circondata da “mess
countries
”,
parole sue, e ci ha elencato quali fossero. Poco male, se si pensa
che un Presidente degli Stati Uniti, Bush jr., non sapeva dove fosse
l’Italia sul mappamondo, benché sua alleata durante la guerra in Iraq.

Eurocentrismi.
Nelle
scuole kiwi la carta geografica è al contrario. C’è l’Antartide che
prende tutto lo spazio, e poi l’Australia e la Nuova Zelanda,
l’Indonesia con le sue infinite isolette. E la Nuova Caledonia occupa
un posto di tutto rispetto.

Se osserviamo una carta
geografica medievale, ci accorgiamo che i confini geografici
arrivavano oltre l’Europa e poco più. Le vie di circolazione, come
la via delle spezie che portava in India o la via della seta che
portava in Cina, erano i fattori d’unione dei più importanti Imperi.

L’attuazione di politiche
imperialistiche risale indietro nel tempo, prima con il mercantilismo
e dopo con il colonialismo. La definizione “euro-centrico” ha
infatti un’ accezione negativa, di senso di superiorità, perchè chi
la adotta è portato a credere che il mondo sia quella parte di terra
che più direttamente lo riguarda. Nascere in India o in Nord America
può fare la differenza, ma anche conoscere il mondo nella sua
globalità è fondamentale.

Punti
di vista.
La
tendenza ad attribuire all’Europa un’importanza centrale nella
storia, nella politica e nella cultura mondiale ci ha fatto
dimenticare altre culture, altri Paesi, altre storie. Pensare al
resto del mondo solo come a Paesi in via di sviluppo, arretrati
culturalmente e non comparabili con la storia d’Europa, vuol dire
mostrare una grande ignoranza. Interpretare la storia degli altri
senza conoscerla, attraverso il metro di giudizio dei nostri valori,
anche religiosi, è molto pericoloso.

Le quattro maggiori “sfere
culturali” al mondo sono 4: Europa, Islam, India e Cina (con il
conseguente altrettanto pericoloso sinocentrismo). Questo perchè sia
geograficamente che per criteri di giudizio etico-sociali, sono
riuscite ad imporsi sulle Americhe o sull’Africa subsahariana, o
sull’Oceania, di cui non si sospettava nemmeno l’esistenza fino a
poco tempo fa. Lo sforzo umano e materiale che è stato fatto da
intraprendenti viaggiatori ha consentito l’attuale conoscenza dei 5
continenti. Qui in Nuova Zelanda ci sono molti posti che ricordano
il nome del Capitano Cook – navigatore globale che ha scoperto più
luoghi sulla terra di chiunque altro – come il Mount Cook o lo
stretto di Cook tra l’Isola del Sud e del Nord, o anche le Isole
Cook.

La storia del mondo è
interconnessa, quindi perchè guardare il mondo da un solo punto di
vista?

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