Si potrebbe pensare che i problemi che oggi minano la sostenibilità di tipo ambientale, economico e sociale riguardino solo le istituzioni politiche. In realtà, in egual misura, anche le persone comuni sono coinvolte nel problema, e nel pomeriggio del 23 ottobre, durante la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani tenutasi a Taranto (ne abbiamo parlato qui), si è discusso proprio di questo.
Le numerose proposte presentate mostrano che esistono forme di cittadinanza attiva, come esistono altrettante iniziative nate dalle istituzioni; eppure, l’assenza di una buona comunicazione impedisce talvolta al cittadino di venire a conoscenza di tante iniziative e progetti, anche di un certo interesse. Un esempio è dato dall’Agenda 2030, un programma d’azione con obiettivi interconnessi, sottoscritto dai paesi membri dell’ONU, al fine di ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti. La maggior parte della popolazione (per quanto sia conscia delle innumerevoli problematiche ambientali, economiche e sociali) non conosce il progetto, complice una comunicazione evidentemente non del tutto efficace. Per un approfondimento su questo problema si segnala la pubblicazione del volume “Pensare il futuro”. Si tratta di una ricerca condotta dall’UCSI (Unione Cattolica della Stampa Italiana) e dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Salesiana concernente la conoscenza dell’Agenda da parte dei giovani e la disponibilità dell’informazione a concedere uno spazio ai temi da essa posti.
Nodo cruciale del pomeriggio del 23 ottobre è stata l’esposizione delle proposte da parte di quattro dei novanta gruppi di giovani che hanno sottoscritto in mattinata il Manifesto dell’Alleanza.
Il Manifesto dell’Alleanza
È un documento sottoscritto da gruppi di giovani, che vogliono realizzare il loro sogno di un pianeta più sostenibile, riscoprendo la bellezza di un cammino insieme a tutti i fratelli e sorelle.
«Il cammino», si legge nel Manifesto,«continua anche dopo Taranto, attraverso un percorso fatto di quattro “voci”, verbi dell’alleanza, che all’unisono mantengono viva la chiamata all’alleanza: 1) seminare e dare testimonianza, continuando a lavorare sulle alleanze create – progetti pilota; 2) accompagnare e moltiplicare, promuovendo la nascita di nuove alleanze e svolgendo un ruolo di coordinamento e supporto; 3) incontrare, accogliere ed ascoltare, continuando a mantenere viva la rete di giovani; 4) annunciare, promuovendo la partecipazione di altri giovani tramite iniziative puntuali nel tempo capaci di coinvolgere ed entusiasmare, dando visibilità al lavoro dell’alleanza”. Il Manifesto è, quindi, “un messaggio di speranza che si basa su impegni concreti di alleanze per la transizione ecologia, economica e sociale integrale, speranza e impegni che ci fanno riscoprire fratelli e sorelle».
Le proposte illustrate dai quattro gruppi si sono concentrate sulle tematiche della formazione, della sostenibilità, dell’ecologia e della rigenerazione.
La parola chiave che ha unito le proposte è “interdipendenza”. «Agire insieme permette di superare le disuguaglianze, lo ha dimostrato il covid», ha affermato David Sassoli nel suo videomessaggio. I rappresentanti dei quattro gruppi hanno insistito sull’importanza delle relazioni. Infatti, se la qualità di queste incidono sulla qualità di vita, è la testimonianza che tutto il nostro pianeta è basato su relazioni e connessioni. Quindi la salute della Terra dipende anche dalla sostenibilità di questi rapporti.
Bisogna percepire la bellezza di ogni persona con le sue peculiarità e ripartire dal senso della comunità locale di cui dobbiamo ascoltare i bisogni, creare alleanze tra cittadini per far nascere processi di corresponsabilità, favorire la partecipazione delle comunità locali per prendersi cura del bene comune. Ma nessun obiettivo potrà essere raggiunto se non vi è anche una forte convinzione della realtà nelle nostre coscienze. Non guardiamo ai nostri personali interessi, si è invitato più volte, senza considerare il prossimo di fronte a noi e alle conseguenze delle nostre azioni.
Il mondo del lavoro
Un appello forte è stato rivolto in particolare alle imprese, affinché adottino strategie di produzione sostenibile dal punto di vista ambientale e umano, anche se vi è un costo iniziale importante. «È necessaria una ridistribuzione dei profitti, specie delle multinazionali, a favore di un’uguaglianza economica», ha affermato il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni nel suo videomessaggio. Allo stesso tempo le imprese chiedono alla politica una più adeguata formazione scolastica dei giovani, affinché abbiano le competenze richieste e fondamentali per le necessità delle aziende. «Il mondo del lavoro trova difficoltà a trovare le risorse di cui ha bisogno e il risultato è che molti giovani non studiano e non lavorano, una volta conclusi gli studi superiori», ha detto Elena Buttazzoni, delegata della Giunta Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese, nonché rappresentante di uno dei novanta gruppi che ha firmato il Manifesto dell’Alleanza.
A seguito della presentazione delle proposte dei quattro gruppi, l’intervento del ministro del Lavoro Andrea Orlando che ha illustrato le risposte del Governo italiano e dell’Unione Europea di fronte al problema della sostenibilità ambientale e delle criticità nel mondo del lavoro.
Un lungo cammino
È innegabile, tuttavia, che oggi si siano fatti notevoli passi avanti, ma la strada è ancora lunga e la salute della Terra non aspetta. «Non possiamo scegliere i tempi della transizione ecologica, non possiamo prendere la situazione con calma, perché non siamo ancora pronti. È il pianeta che scandisce i suoi tempi», ha sostenuto il ministro Orlando. «Queste transizioni devono coinvolgere l’intera società, per questo la partecipazione diventa fondamentale».
Dunque, politica e cittadinanza attiva devono collaborare più intensamente per curare un pianeta che vive seri problemi sotto ogni aspetto perché, come ha scritto papa Francesco nell’enciclica “Laudato si’”, «il degrado non porta da nessuna parte».