Qualche giorno fa è uscito sul canale AxEFedezVEVO il videoclip di Assenzio, il nuovo
singolo dei due artisti milanesi più cliccati del momento, Fedex e J-Ax. In
questo spazio si nota la collaborazione di altri due artisti italiani: Stash
Fiordispino frontman dei The Kolors e Claudia Lagona meglio conosciuta al
pubblico della musica Indie come Levante. Ed è su di lei che mi vorrei
soffermare.
Era il 2013 quando Alfonso
fu il pezzo con cui fu lanciata dalla INRI, sul quale nessuno avrebbe mai
scommesso un euro: ragazza per bene, pelle pulita, un po’ “sfigata” ma dalle
buoni doti canore.
Poi fu il momento di Edicola Fiore e – come si dice in certi
casi –mai più fu come prima: uscita del primo album “Manuale Distruzione”, il
Concerto del Primo Maggio 2014, tour, uscita del secondo album “Abbi cura di
te”, ancora Concerto del primo Maggio 2015; il tutto passando per altre
comparse e collaborazioni, fino all’apparizione sui nostri smartphone di
qualche giorno fa.
Ed è qui che Levante purtroppo, agli occhi dei fan che hanno
imparato ad apprezzarla per i testi e le melodie per cui è nata artisticamente
parlando, sprofonda in un abisso di delusione e tristezza. Servita su un piatto
d’argento per un nuovo battesimo artistico, divorata dall’ingordigia musicale
della visualizzazioni e del click facile.
Come altri episodi, anche lei con la
scusa della collaborazione, sembra aver regalato la sua voce a due macchine da
guerra mediatico-musicale. Una fetta del popolo dei fan, abbagliata dai dolci
vocalizzi del brano e soprattutto dalla bellezza con cui, nel videoclip,
compare a mo di fantasma scuro in volto ma leggero come una farfalla, sembra
perdersi tutti i compromessi, gli accordi, e le conseguenze che comporterà
questa collaborazione. Per i non addetti ai lavori, Levante comincerà ad essere
“quella che ha collaborato con Fedez” o “la siciliana che canta nel video di
J-Ax” , inconsapevoli e ignari delle canzoni dal cantautorato puro, con cui è
arrivata ad essere quella che era – fino a qualche giorno fa – o forse no.
In questo videoclip non ci sono più Cornetti dell’Algida
mangiati con la sguardo in camera o felpe dell’Adidas gettate via. Se appare un
chiaro riferimento alla multinazionale statunitense dell’HP, sembra che questa
volta il brand da vendere sia altro: l’escamotage della collaborazione
artistica è proprio pensata per soddisfare più palati musicali. Lo stesso Stash
ad esempio, sembrava una figura bisognosa di riscattarsi dopo l’immagine negativa
che aveva dato di se con il mancato ritiro del premio MTV Awards 2016 con
annesso sputo in camera. Anche l’attività social di Levante andava sfruttata
meglio in tutta la sua bellezza: sempre pronta a mostrare ai follower i propri
dettagli fisici migliori, degni di ogni modella che si rispetti uniti all’impatto
forte dei testi della proprie canzoni sorretti da una voce calda e squillante.
Levante ha accettato la vetrina milanese, consapevole di fatto,
di non lasciarsi sfuggire quest’occasione per farsi conoscere da un pubblico
che probabilmente li ricorderà come “quella che ha collaborato con” e non per
la penna bizzarra e introspettiva di Memo.
Il popolo dei fan spesso non perdona certi passi falsi dei propri miti
musicali, perché a snaturarsi e a perdere la fiducia dei propri ascoltatori oggi
basta poco.
Ai suoi fan come me, piace invece pensare che il suo sia
stato soltanto un prestito vocale per dire “addirittura avete bisogno della mia
voce, per essere un po’ più sovraesposti? Eccomi qua! Fatemi sapere quando
avete fatto perché ho altre canzoni a cui badare!”