Grazie ai Maneskin e alla loro “Zitti e buoni”, l’Italia ha ospitato nuovamente l’Eurovision Song Contest per l’edizione 2022. Dopo 31 anni, il più importante festival canoro europeo è stato organizzato da casa Rai, esattamente all’arena PalaOlimpico di Torino per le serate del 10, 12 e 14 maggio. Serate da “brividi”, come affermerebbero Blanco e Mahmood, vincitori del festival di Sanremo 2022 e concorrenti, insieme ad altri 40 cantanti di varie nazionalità, di questa nuova grande opportunità. Chi meglio dei vincitori di Sanremo, che con la loro canzone “Brividi” hanno ottenuto 4 dischi di platino, 75 milioni di ascolti su Spotify e 53 milioni di visualizzazioni su YouTube? Esiste la possibilità di una doppia vittoria per l’Italia? I due sono molto cauti, perché “Una volta arrivati qui ti rendi conto che tutto quello che è successo prima è come se venisse cancellato perché ti trovi in una situazione diversa e in un contesto nuovo con delle circostanze totalmente differenti sia da Sanremo che da tutto quello che c’è stato prima, quindi in realtà, forse è meglio non pensarci troppo e godersi il momento”, affermano (rockol.it).
La prima serata
La presentazione dell’ormai ex Eurofestival è stata affidata al trio formato da Mika, Alessandro Cattelan e Laura Pausini che hanno parlato esclusivamente in inglese, mentre a commentare in italiano è stato il trio Carolina Di Domenico, Cristiano Malgioglio e Gabriele Corsi (Malgioglio e Corsi avevano già commentato l’edizione del 2021). Nella prima serata cantanti e presentatori si sono trovati su un palco altamente tecnologico, adornato da un sole (che doveva essere rotante, ma a causa di un guasto è rimasto immobile), cascata d’acqua e un giardino molto interessante, accompagnati da ben 7 milioni di spettatori italiani oltre ai 180 milioni stimati da tutto il mondo tramite televisioni e tecnologie digitali.
Piccole disfunzioni tecniche hanno influenzato le performance in gara, ma la regia e la produzione sono state impeccabili. Su 17 cantanti, 7 hanno abbandonato il contest e 10 sono arrivate alla finale. Già spiccano i nomi dei preferiti tra Maro (Portogallo) e Kalush Orchestra (Ucraina), senza contare gli stessi Mahmood e Blanco che, in ogni caso, sono già qualificati per la finale insieme agli altri “Big Five” Regno Unito, Spagna, Francia e Germania, ovvero i maggiori contribuenti alla realizzazione del concorso. Ospite d’onore: Diodato, con la sua reinterpretazione di “Fai rumore”, canzone vincitrice del festival di Sanremo nel 2020, e ci si chiede se l’Italia avrebbe vinto l’Eurovision già in quell’anno, condizionato dalla pandemia. “Sono contento di essere qua da ospite e non da concorrente: non sono un tipo particolarmente competitivo e in questa veste me la godo di più. È la chiusura di un cerchio, una tappa del percorso di questa canzone”, commenta il cantante (rockol.it).
La seconda serata
Anche la seconda serata ha confermato il trend della prima semifinale con oltre 5 milioni e mezzo di spettatori, ben il 27,7% di share. Sorprendente la performance di Cattelan che apre la serata con una coreografia comprendente tormentoni della prima serata. Attesissimo il duetto previsto nella scaletta tra Laura Pausini e Mika che intonano “Fragile” di Sting e “People have the power” di Patti Smith con cui fanno esplodere il PalaOlimpico di Torino. Infine, standing ovation per gli ospiti “Il Volo” che con le loro voci regalano agli spettatori la loro versione internazionale di “Grande amore”, altro grande successo di Sanremo e terzo posto all’Eurovision del 2015. Sul palco si esibiscono solo Ignazio Boschetto e Piero Barone, mentre Gianluca Ginoble si presenta tramite collegamento da casa. Per i concorrenti, nulla da fare per Achille Lauro (con la canzone “Stripper”), rappresentante di San Marino, eliminato dalla lista dei finalisti insieme a Emma Muscat per Malta con la sua “I am what I am”.
Cosa ci aspetta?
Grande è l’attesa per la finale di sabato. Qualcuno pronostica la doppietta dell’Italia, altri puntano sull’Ucraina data l’attuale situazione drammatica che sta attraversando il paese e la meravigliosa canzone presentata (“Stefania”, dedicata alla madre del frontman della band), mentre balzano sul podio anche i nomi di Sam Ryder dell’Inghilterra, Amanda G. Tenfjord della Grecia, Cornelia Jakobs della Svezia e Chanel della Spagna. E se invece raccoglierà l’eredità dei Maneskin un paese mai considerato finora? In ogni caso, si spera che il talento trionfi sempre come in tutte le competizioni, di qualsiasi genere.