Ogni soglia ha il potere di condizionare in senso negativo
il tono dei messaggi. Vero è che siamo segnati da Dante («Per me si va nella città dolente, per me si va nell’eterno dolore,
per me si va tra la perduta gente… Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate»),
ma non si capisce perché si debba sempre mettere in guardia gli altri spaventandoli.
«Attenzione: se fumate a letto, la cenere
che cadrà potreste essere voi» è scritto dietro la porta delle camere, in
un albergo francese.
Già più comprensibili sono gli avvertimenti ai
malintenzionati. Francesco Piccolo, narratore e sceneggiatore, segnala il
cartello sulla porta d’ingresso dei supermercati o nei negozi: «Si avvisa la spettabile clientela che i
prodotti sono protetti da un sistema di allarme». E commenta: «Ci chiamano “spettabile” intanto che ci
dicono: siete dei ladri, ma state attenti che vi becchiamo» (da Momenti di trascurabile felicità, ed.
Einaudi).
Infine, ad Acqui Terme, in Via Ghione, un cartello commovente: Porta allarmata. Fa tenerezza una
porta, quando diventa umana. Volevano dire dotata
di allarme e non si sono resi conto che quel participio passato manda un
messaggio alla rovescia. Si è tentati di entrare per dire alla porta, come a
una bimba che non riesce a prendere sonno:
«Non aver paura, ci siamo noi».