Il traffico di minori: l’epidemia ancora ignorata

Nel 2023 si è registrato il più alto numero degli ultimi 10 anni di minori scomparsi come “merce”. Il traffico di esseri umani è il secondo business illegale più lucrativo a livello mondiale subito dopo il narcotraffico

Marc (è un nome di fantasia) aveva 12 anni quando fu separato dalla sua famiglia in Nigeria e portato in Italia con la promessa di un futuro migliore. Invece, fu sfruttato sessualmente e costretto a lavorare in una fabbrica per 16 ore al giorno, senza ricevere alcun compenso, sotto continue minacce. La sua storia è una delle tante che si celano dietro le statistiche sul traffico di minori che interessa tutto il mondo, compresa l’Italia.

Secondo il Rapporto Mondiale sulla Tratta di Persone dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), 1 su 3 delle vittime di tratta è un minore. Il traffico di minori è uno dei problemi più grandi, invisibili e complessi del mondo, con radici nella povertà, nelle disuguaglianze sociali e nelle reti criminali transnazionali. Per questo è così importante rendere visibile questa cruda realtà che colpisce famiglie di tutti i ceti sociali e di cui si sa poco o nulla su come intervenire per proteggere la vita dei bambini.

Ma cos’è il traffico di minori?

Per inquadrare correttamente questo fenomeno, è fondamentale capire prima di tutto cosa si intende per trafficking in human beings. Il Protocollo addizionale sulla Tratta, all’Art. 3 nella Convenzione delle Nazioni Unite, lo definisce come un grave reato del crimine organizzato transnazionale contro la persona che comporta 3 caratteristiche: la condotta, lo strumento e lo scopo.

caratteristiche del traffico di esseri mani

 

Un fenomeno sotto casa: l’Europa e l’Italia

Questo grave fenomeno è, in realtà, più vicino di quanto pensiamo. Attualmente, Save the Children, l’organizzazione internazionale che lavora per la protezione e la difesa dei diritti dei minori, nella sua indagine ‘Piccoli Schiavi Invisibili’, XIII edizione pubblicata nel 2023, stima che oltre 12 milioni di bambini nel mondo siano sfruttati nella cosiddetta schiavitù moderna. Inoltre, solo in Europa, dal 2017 al 2021 sono state individuate 29.000 vittime di tratta di minori provenienti da diverse parti del mondo, destinate ai crimini più impensabili. Inevitabilmente, anche l’Italia è colpita da queste forme di traffico di persone, provenienti principalmente dall’Africa, dal Medio Oriente e dal Brasile. Una volta giunte in Italia, spesso vittime di inganni e di promesse di un benessere economico, o di sequestri e minacce, queste persone finiscono per essere ridotte a oggetti da sfruttare in vari settori: lo sfruttamento sessuale, l’estrazione di organi, lo sfruttamento lavorativo, la schiavitù domestica, i matrimoni forzati, tra gli altri. Il Global Report on Trafficking in Persons 2020 (UNODC) evidenzia come lo sfruttamento lavorativo, in particolare in settori come l’agricoltura, l’edilizia e il lavoro domestico, è pari statisticamente allo sfruttamento sessuale come forma più comune di tratta, rappresentando anche il 38% dei casi.

I protagonisti

Dietro questi numeri allarmanti ci sono esseri umani con vite, sogni e progetti, tragicamente negati e silenziati a volte dalle grandi forze della politica e dello spettacolo. Per questo motivo, Save the Children, il 30 luglio, in occasione della Giornata mondiale contro la tratta di persone, nel suo nuovo rapporto ‘Piccoli Schiavi Invisibili 2024’, raccoglie le storie di minori vittime di tratta e sfruttamento, presi in carico dal sistema nazionale anti-tratta. Queste storie rappresentano solo la “punta dell’iceberg” di una realtà sommersa molto più vasta e diffusa di quanto immaginiamo.

Le donne e le ragazze continuano a essere le principali vittime della tratta di esseri umani, rappresentando il 70% delle vittime identificate a livello mondiale. Tuttavia, il profilo delle vittime ha subito cambiamenti significativi negli ultimi anni. Mentre la proporzione di donne adulte si è ridotta al 50%, quella delle ragazze è aumentata considerevolmente, raggiungendo il 20%. Parallelamente, la proporzione di uomini adulti è quasi raddoppiata, attestandosi al 20%, e quella dei bambini è cresciuta al 15%. La domanda di manodopera a basso costo e vulnerabile in settori come l’agricoltura, l’edilizia e il lavoro domestico alimenta l’industria della tratta. Le reti criminali sfruttano le vulnerabilità delle persone, specialmente in contesti di povertà e conflitto, per soddisfare questa domanda. La crisi economica globale e i disastri naturali esacerbano ulteriormente queste condizioni, creando un circolo vizioso di sfruttamento e violenza.

L’impegno per la lotta al fenomeno

Per interrompere questo ciclo criminale, è essenziale indagare approfonditamente sia sulla domanda che sull’offerta. Ciò implica rafforzare la protezione delle vittime, assicurando loro l’accesso alla giustizia e ai servizi di riabilitazione, così come perseguire i trafficanti e disarticolare le loro reti. Inoltre, è necessario regolare i settori più vulnerabili alla tratta e promuovere pratiche lavorative sicure. Queste sono alcune delle strategie e delle forme che impegnano ogni giorno le forze di polizia e gli operatori di giustizia: l’avvocato penalista Emanuela D’Ovidio ci offre una panoramica su questo dramma, sottolineando l’importanza di proteggere i minori e di garantire loro istruzione, educazione e formazione come pilastri fondamentali per il loro futuro.

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