29 Mag 2015

Incontrare un principe, nella città del terremoto

La visita del principe Harry in Nuova Zelanda è stata accolta con curiosità dalle studentesse. Che ironizzano, ma intanto fanno, molto concretamente, volontariato insieme ai loro compagni

This
is a wonderful occasion for the University. I encourage you all to
come along and enjoy this rare opportunity to welcome our guest to
the campus, and celebrate and acknowledge the UC student community
”.

Dr.
Rod Carr
Vice-Chancellor

(email
agli studenti della Canterbury University)

Incontrare
un principe.
Questo
è il sogno non confessato di molte ragazze fin dalla prima
lettura della favola di Cenerentola. Certo le speranze di sposarlo
sono pari allo 0,001%, ma non per questo bisogna lasciarsi sfuggire
l’occasione di vederlo dal vivo, perchè le Cenerentole moderne vanno
all’università.

Questa
occasione, incontrare un principe, mi si è presentata non molti giorni
fa, durante un incontro organizzato proprio all’Università. I reali
d’Inghilterra sono molto legati alla Nuova Zelanda, non solo per
motivi storici, ma anche perchè la Nuova Zelanda condivide
praticamente tutto della cultura anglosassone: cricket e badgminton,
barbecue e prati verdi, eventi politici e concerti pop. Sempre più
spesso anche i giovani futuri rappresentati della Corona
d’Inghilterra vengono in visita in queste “colonie” lontane e
ricevono un sentito benvenuto. La
presenza del bel principe ha attirato molte studentesse, incuriosite
ma abbastanza disincantate, come è sembrato suggerire un cartellone
con la scritta “Marry
me, last chance
!”,
esposto durante un precedente incontro tra principe e pubblico.

L’occasione.
Questa
volta è stato il Principe Harry, terzo in linea di successione al
trono dopo il fratello e il padre, a far sentire la vicinanza, seppur
simbolica, tra Inghilterra e Nuova Zelanda (in questo periodo infatti
fratello e cognata sono stati occupati con la nascita della
secondogenita, la principessa di Cambridge Charlotte). Il principe di
Galles ha salutato alcuni dei 15000 studenti nel campus
dell’Università di Canterbury a Christchurch, nell’Isola del Sud,
per incontrare in particolare la Student
Volunteer Army
(SVA).
La SVA è il secondo club per numero di iscritti e ha vinto il
premio, per due anni consecutivi, 2013 e 2014, per la “Best
Community Contribution” dell’UCSA e del Premio Club Supreme.

Il
cerimoniale prevedeva autografi, qualche foto e molta informalità.
Sotto una pioggia scrosciante principe e studenti per pochi momenti
hanno dimenticato i rispettivi ruoli e hanno chiacchierato come si fa
tra coetanei.
La
“Royal
Highness”,
che dalle cronache mondane è un po’ il ribelle e il don giovanni di
famiglia, è invece molto interessato al volontariato internazionale.
Nella sua “carriera” ha prestato servizio per le Forze Armate
australiane in un “operational tour” in
Afghanistan, durante l’Invictus Games e durante una escursione al
Polo Sud. Durante questo evento si è mostrato disponibile, insomma
si è comportato all’altezza.

La
“Quake City”.
Questo
evento è
servito a sottolineare lo
sforzo straordinario della comunità di Christchurch, prestato a
partire dal periodo successivo ai terremoti del 2010 e 2011, compreso
quello di tanti universitari volontari, quasi 1600. La città del
terremoto è infatti oggi in continua ripresa e lascia sperare in un
grande e positivo cambiamento. L’università, con i suoi studenti
coinvolti in molte attività extra-curriculari riguardanti proprio la
vita della città, come riuso degli spazi pubblici e organizzazione
di eventi culturali, ne è la dimostrazione.

Anche Kate e William
erano stati qui nel 2014, per un Royal Tour di due settimane. La
Nuova Zelanda infatti fa parte del reame del Commonwealth, è una
delle 16 nazioni che riconoscono il Sovrano del Regno Unito, la
Regina Elisabetta II, come proprio sovrano e capo di Stato, e la
“città del terremoto” è una tappa obbligatoria per i reali
inglesi e un punto di riferimento e per tutti coloro che visitano
l’Isola del Sud. Il principe si è mostrato ai suoi “sudditi”, e
forse questo è un altro aspetto che bisognerà cercare di capire
meglio: come mai Nuova Zelanda e Australia siano ancora così legate
a questa monarchia, un po’ per gossip e un po’ per il legame con il
passato.

Ora
il principe è tornato in patria, ma il sogno si è avverato.

E
possiamo continuare a dormire e a sognare.

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