L’HIP HOP ha origine tra gli anni ’77e ’79 come risposta morale capace di sostenere le reazioni non violente basate sulla creatività. Nasce una vera e propria esperienza culturale che partecipa alla produzione di modelli di comportamento che regolano i rapporti dei gruppi urbani con il loro ambiente.
E’ una cultura carica di ritualità e simbolismo, basti pensare che uno dei pionieri di questa espressione culturale, Afrika Bambaataa, è preso dal nome di un capo Zulu che si oppose alla colonizzazione inglese in Africa.
La forza di questa cultura deriva dalle sue stesse pratiche artistiche: il rap, la breakdance, i graffiti e l’MC (l’abilità di utilizzare la parola in modo creativo).
In Italia il rap arriva negli anni ’80 e troverà il suo terreno fertile soprattutto nei centri sociali, che privilegiano la cultura alternativa, i temi sociali e politici. Gli artisti tendono a difendere la loro originalità, la purezza dello stile riproponendo l’appartenenza alla strada come punto di riferimento fondante.
Per Jesùs Martin Barbero, esperto di fenomeni mediatici, ” l’Hip Hop non è puro intrattenimento, ma sperimentazione di nuovi linguaggi , esprime la loro insoddisfazione, rabbia, confusione e la ricerca continua, sempre aperta”.