25 Dic 2014

La forza del presepe secondo Papa Francesco

«Carità», «fortezza», «bontà», «martirio», «silenzio». Sono queste le parole che Jorge Mario Bergoglio mette al centro delle sue riflessioni natalizie nel libro edito dalla Emi

«Carità», «fortezza», «bontà», «martirio», «silenzio». Sono queste, e altre, le parole che Jorge Mario Bergoglio mette al centro delle sue riflessioni natalizie nel libro – inedito fino ad oggi in italiano – “La forza del presepe. Parole sul Natale” (Editrice Missionaria Italiana, pp. 64, euro 6,90).

Il testo, pubblicato in Argentina nel 1987 e solo ora in lingua italiana, presenta alcune meditazioni dell’allora padre Jorge Mario Bergoglio sullo spirito del Natale e sulle implicazioni che l’Incarnazione di Dio genera nella vita di ogni donna e uomo. «Nel contemplare il presepe la grazia più ovvia che ci verrà donata sarà la voglia di essere buoni. Gesù ci insegna una strada per essere buoni: lasciarci compenetrare dall’insondabile mistero della Bontà del Padre», scrive il pontefice.

Attingendo, come fa spesso, alla spiritualità di Sant’Ignazio di Antiochia, Bergoglio insiste sulla necessaria «vigilanza» per cogliere la venuta di Dio nella vita di ciascuno, il «vero» Natale che ci incontra ogni giorno: «I cristiani si dividono in due categorie: quelli che restano saldi e quelli che non restano saldi. Questi ultimi vengono sedotti. San Pietro dice che i figli del diavolo “adescano le persone instabili”».

Il Natale richiama ogni cristiano, sostiene Bergoglio, ad una scelta decisiva: «Pensando alla nostra fortezza e alla nostra debolezza, potremo chiedere la grazia di non riporre la debolezza in cose artificiali che, alla lunga, ci arricchiscono secondo il mondo; e di non riporre la forza lontano dai piani di Dio».
Nella mangiatoia Bergoglio discerne il mistero di umiltà e di tenerezza di Dio, che è risposta
alla nostra fragilità, alla nostra sofferenza, alle nostre angosce, ai nostri desideri e ai nostri limiti. Per il Papa la bontà umile non è mai semplicemente una virtù ascetica, ma una virtù relazionale. Come si evince da molti suoi discorsi, essere umili significa avvicinarsi bene agli altri, saper stabilire la relazione giusta.

La vita va affrontata con dolcezza, con mansuetudine. Questa dolcezza porta alla fortezza. Non certo alla remissività, dunque, ma alla «forza buona» intrisa di contemplazione e di pragmatismo.
Un’ultima considerazione: col passare del tempo questa contemplazione del Natale lavorerà nel cuore di papa Francesco e lo porterà a comprendere che Dio, centro dell’universo e Signore della storia, si è fatto bambino in silenzio e in una periferia dell’Impero romano e si
manifesta a poveri pastori che vivono e sperimentano la periferia della vita. Proprio il significato profondo del
Natale lo spingerà a considerare che gli eventi davvero centrali non avvengono mai al «centro», ma nelle periferie, siano esse geografi che ed esistenziali.

Il testo di Bergoglio si avvale di una prefazione di Antonio Spadaro, gesuita, direttore della rivista “La Civiltà Cattolica”.

________________________________

Jorge Mario Bergoglio,

“La forza del presepe. Parole sul Natale”

 Collana I libri EMI di papa Francesco, Editrice Missionaria Italiana

pp. 64, euro 6,90.

condividi su