01 Mar 2016

La ricchezza dei paesaggi interiori: elogio degli introversi

Sono spesso giudicati male, o sottovalutati, ma hanno un pregio: preferiscono ascoltare piuttosto che parlare, con tutto quello che ne consegue

“Sono rinchiusa dentro al cellophan
con le mie valvole che scoppiano
e la pressione tesa al massimo
comprime il mio pensiero critico”

Con queste parole, Chiara Dello Iacovo ha vinto il premio Sala Stampa Radio Tv-web a Sanremo, e il suo video “Introverso” ha
superato 1 milione di visualizzazioni.

Ma, fuori dalla
canzone e da Sanremo, che significa essere introverso?

Purtroppo la
parola “introverso” è stigmatizzata. Secondo
il senso comune l’introverso è chiuso, riservato, poco socievole, freddo,
mentre l’estroverso è aperto, espansivo, comunicativo, affabile.

Così
l’introverso, fin da bambino, viene “giudicato” negativamente. Gli
adulti cercano di aiutarlo ad aprirsi, a sciogliersi, con strategie più o meno
fallimentari. I coetanei lo guardano per lo più con timore e antipatia.

Per chi vuole riconoscere le
differenti personalità, non esiste una definizione universale di introversione
ed estroversione, sono categorie non univoche. Ma la psicologia attuale tende a concordare su diversi punti importanti.

Gli introversi e gli estroversi si
differenziano per il livello di stimoli
esterni di cui hanno bisogno per
funzionare bene. I primi sono a proprio agio con stimoli ridotti, come quando
sorseggiano un calice di vino insieme a un caro amico, risolvono un cruciverba o
leggono un libro. Agli estroversi invece piacciono le emozioni forti, che
ricavano conoscendo nuove persone, sciando su una pista scoscesa, alzando il
volume dello stereo. Questo perché nell’ elaborazione delle informazioni
ricevute, l’introverso ha bisogno di ricollegarsi ai suoi pensieri e alle sue emozioni
nello stesso momento.

L’altro motivo è che l’introverso per essere sveglio e
attento necessita meno stimolazioni dall’estroverso, ciò che spiega la facilità
con la quale diventa sovrastimolato.

Sul lavoro estroversi e introversi
sono profondamente diversi
. Gli estroversi tendono ad affrontare un compito
con grande rapidità. Prendono decisioni veloci e non hanno problemi nell’essere
multitasking o nel correre rischi. Amano l’emozione della caccia a
ricompense come il denaro e il prestigio. Gli introversi di contro lavorano con
maggiore lentezza e ponderazione. Amano dedicarsi a un compito per volta e
possono dimostrare una straordinaria capacità di concentrazione. Sono
relativamente insensibili alle attrattive della ricchezza e della fama. Questo
perché l’introverso per essere contento
necessita di meno dopamine dal estroverso.

Mentre il sistema nervoso
dell’estroverso funziona
sul metodo di consumo-energia, quello dell’introverso
va per il metodo di mantenimento-energia.

Durante gli eventi sociali, gli
estroversi sono coloro che danno brio alla festa e ridono generosamente alle
barzellette, tendono ad essere risoluti e dominanti, hanno sempre bisogno di
compagnia. Pensano ad alta voce e davanti agli altri preferiscono parlare
anziché ascoltare, solo di rado rimangono senza parole. Gli introversi al
contrario possono anche possedere solide competenze sociali e godersi una festa
o una riunione di lavoro ma dopo un po’ desiderano soltanto starsene a casa in
ciabatte. Questo perché l’introverso elabora tutto nelle sue vicinanze e presta
attenzione a tutti dettagli sensoriali nel ambiente. Da cui l’esaurimento
energetico. Quindi preferiscono dedicare
le proprie energie sociali agli amici, ai colleghi e ai familiari più stretti.
Ascoltano più di quanto parlino e spesso hanno l’impressione di esprimersi
meglio in forma scritta che a voce. Tendono a rifuggire i conflitti. Molti detestano
chiacchierare del più e del meno, preferendo dedicarsi a discussioni intime e
profonde.

È importante capire che introverso non
è sinonimo di misantropo
o di eremita, Non sono nemmeno necessariamente timidi,
gli introversi. La timidezza è la paura dell’umiliazione o della riprovazione
sociale, mentre l’introversione è la preferenza per ambienti che non forniscano
stimoli eccessivi.

Bisogna sempre ricordare che
l’apparenza non è realtà. Alcuni individui si comportano da estroversi, ma
pagano lo sforzo in termini di energie e genuinità, addirittura di salute fisica.
Altri sembrano distanti e riservati, ma il loro paesaggio interiore è ricco e
sorprendente.

Perciò la prossima volta che vedi qualcuno con il volto assorto e
la voce pacata, ricordati che dentro di lui sta forse risolvendo un’equazione, componendo un sonetto, sta insomma dispiegando i talenti e i poteri
della pacatezza.

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