È rimasta costatante negli anni la percentuale delle laureate donne rispetto al numero totale dei laureati, e la maggioranza rimane sempre quella femminile. Ci domandiamo se in Italia queste percentuali valgono per tutte le facoltà o se troviamo dati differenti nelle specifiche discipline.
Come possiamo leggere dai dati riportati dal Miur (Ministero dell’Istruzione e del Merito) le laureate donne nel 2021 erano 57% del totale.
L’eccezione risiede nelle discipline STEM (acronimo per Science, Technology, Engineering and Mathematics), dove la percentuale delle ricercatrici donne in italia è del 41% rispetto al totale degli scienziati.
Negli anni passati, però, il divario generazionale in queste discipline era ancora più grande: nel 2016 le donne rappresentavano il 39% del totale, mentre nel 2017 complessivamente il 40,2%. Da questi dati possiamo notare che le laure femminili in queste discipline sono in aumento e che quindi sempre più le donne si stanno avvicinando a queste materie.
Il perchè della presenza di una maggioranza di laureati di sesso maschile nelle materie STEM è sempre stato argomento di discussione. Alcuni docenti dell’università degli studi di Modena, hanno scritto un articolo provando a dare una risposta alla questione: secondo loro la motivazione di questo gender gap risiede nella prima istruzione e nell’educazione data dalle famiglie; queste sono portate a pensare che i figli maschi abbiano una maggiore possibilità di affermazione nelle materie scientifiche rispetto alle bambine e questo, secondo i docenti, porta ad una demotivazione delle ragazze che tendono quindi a non volersi approcciare a queste materie.
Invece una netta maggioranza femminile nelle diverse facoltà la possiamo trovare in quelle artistiche (AFAM) dove le donne rappresentano il ben 73% del totale dei diplomati.
In conclusione possiamo dire che le donne non in tutte le facoltà rappresentano la maggioranza, e che quindi la situazione è differente nelle diverse discipline; è vero però che nel totale la prevalenza è quella femminile. Ci domandiamo come si muoveranno queste percentuali nel tempo e se la prevalenza delle donne nelle università rimarrà o cambierà con l’avanzare degli anni.