Durerà fino al 14 giugno la
mostra intitolata “Duilio Cambellotti – Le grazie e le virtù dell’acqua”,
iniziata il 27 Febbraio presso il palazzo dell’Acquedotto pugliese a Bari. Il palazzo,
uno dei più belli della città, è stato completato nel 1927 su progetto
dell’architetto Cesare Brunetti, in quella zona di Bari, alle spalle del Teatro
Petruzzelli comunemente chiamata “Bari umbertina”.
Si tratta di un palazzo unico
nel suo genere, una “perla” che riprende rielaborandoli, motivi del romanico
pugliese.
Sono anni, quelli della
costruzione del palazzo, in cui si consolida il dominio sull’Italia del regime
fascista. Un regime che, per quanto dittatoriale, era in un certo senso aperto
alle avanguardie artistiche, a differenza della analoga dittatura nazista in
Germania. Vittorio Mussolini, figlio del “Duce” Benito, intelligente e
appassionato di cinema, guardava con ammirazione a Hollywood e fungeva da
mecenate per gente come Fellini, Visconti, Antonioni, Rossellini.
Il Regime “inventa” una sua
architettura, fatta di influssi neoclassici
– complice forse la fascinazione molto in voga a quei tempi per la
storia di Roma imperiale – attraversati da venature di “Art Nouveau”,
comunemente detta “Stile Liberty”, uno stile architettonico, di design, di arti
applicate, molto in voga tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900.
In questo contesto si muove una
figura come quella appunto di Duilio Cambellotti. Nato a Roma il 10 maggio 1876
ed ivi morto il 31 gennaio 1960, Cambellotti è una figura di artista poliedrico
e molto versatile: architetto, designer, decoratore, grafico, incisore,
xilografo, pittore, scultore, progettista di oggetti, suppellettili e arredi
d’interni, ed altro ancora.
Egli si ispira proprio all’Art Nouveau, di cui
diviene uno dei massimi esponenti. Ed è proprio lui a venir chiamato per
realizzare gli arredi e le decorazioni interne del Palazzo dell’Acquedotto
pugliese.
Ed lo fa, mettendo in atto
il suo progetto e la sua visione di quello che era diventato “il Palazzo
dell’Acqua” a Bari.
Ed è proprio l’acqua il motivo dominante delle decorazioni,
delle “invenzioni” di Duilio Cambellotti: una serie di figure di portatrici
d’acqua, di acqua che sgorga da vasi e fontane. L’acqua del nascente acquedotto
che consente agli agricoltori pugliesi di coltivare la terra, il grano. La
spiga di grano è un altro motivo ricorrente sulle decorazioni e gli arredi del palazzo. O anche l’albero di
ulivo, di cui la terra di Puglia è disseminata. Ovviamente sono motivi
stilizzati, adatti alla nuova arte in voga in quel periodo, di cui Cambellotti
è campione.
Egli esegue in prima persona gli schizzi preparatori degli
affreschi della grande sala riunioni, o della stanza del Presidente, disegna
personalmente quelli che saranno i mobili delle stanze. Il tutto in una
dimensione onirica, irreale e stilizzata, in cui mille magiche invenzioni fanno
capolino qua e là, dalle maniglie delle porte che ricordano dei guizzi, delle
onde, fino alla fontana del cortiletto centrale. Una grande celebrazione
dell’acqua, che per la prima volta veniva portata nelle case dei pugliesi.
La mostra è magnifica, include
oltre 120 opere; una prima parte al piano terra in cui vengono esposte diverse
opere dell’artista Cambellotti: disegni, illustrazioni di libri per bambini,
bozzetti per dipinti, per arredi, sculture, perfino vetrate policrome.
Ci si
sposta poi ai piani superiori: al primo piano con le sale di rappresentanza,
affrescate, il grande tavolo della sala riunioni coi suoi motivi ornamentali. E
poi al secondo piano addirittura le stanze private, la camera dei bambini, la
stanza da letto padronale: anche qui motivi ornamentali di estrema
raffinatezza.
Un percorso che ci porta a
scoprire il mondo di un artista dotato di grande fantasia, ma anche di acuta
capacità di osservazione della realtà e di grande senso estetico. Una realtà
trasformata e trasfigurata in una dimensione fantastica, senza tempo ma sempre
attuale.
Una mostra che merita di essere vista per la quantità e la qualità dei
materiali esposti, una mostra inserita nel contesto che le appartiene, non
avulsa o calata dall’alto. Un viaggio nel tempo che ci riporta all’oggi
rigenerati e rinfrancati. Un tuffo, trattandosi di acqua, in una dimensione dove
l’arte entra nella vita di tutti i giorni, negli oggetti di uso comune. Un
omaggio all’acqua, anche in omaggio al primo centenario della diffusione
capillare dell’acqua in terra di Puglia (1915-2015), e un omaggio all’uomo che
ha saputo celebrarla in maniera tanto personale.