Per molti cantanti il Festival di Sanremo rappresenta un trampolino di lancio per la pubblicazione dei loro EP (l’Extended-Play è un formato che contiene più di una traccia musicale, ma non sufficienti per essere chiamato album). Non è da meno Fabrizio Moro che, dopo due anni di silenzio, ha presentato “La mia voce” il 4 febbraio 2022 lanciando come singolo apripista “Sei tu” sul palco dell’Ariston. (“Non lo chiamo album perché manca un concept sonoro” afferma Moro). “La mia voce” è una prima parte di un lavoro che si concluderà a ottobre 2022 con la pubblicazione della seconda parte.Sei tracce, a cui si aggiungono nella versione in vinile “I pensieri di Zo” scritta per Fiorella Mannoia e “La mia felicità” per Emma Marrone.
La depressione, il cinema, l’amore
Due anni di silenzio, in cui il cantautore ha confessato di aver sofferto di depressione e da cui è uscito grazie all’amore. I suoi figli e la sua fidanzata sono stati fondamentali per la sua rinascita. «L’amore è l’unica via di uscita ed è un ringraziamento a chi mi ha salvato dalla parte più brutta di me stesso, dalla depressione che alle 5 di mattina ti bussa alla porta» (dall’intervista di Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera” del 28 gennaio 2022).
Oltre all’amore, anche avere un obiettivo è stato importante per il cantante. Infatti, “Sei tu” sarà colonna sonora del suo primo film da regista, “Ghiaccio”. “Il film mi ha salvato dalla depressione durante la pandemia. Stare due anni lontano dal palco è stato drammatico” (“Corriere della Sera”). È proprio durante la pandemia che Moro ha realizzato questo progetto: gli ha permesso di esprimere i proprio dubbi e di ascoltare se stesso. «L’ho chiamato “La mia voce” perché in questo momento siamo tutti molto confusi, ci sono tanti punti interrogativi che non ci vengono chiariti, soprattutto per la pandemia. La cosa fondamentale è cercare di non abbandonare e non sopprimere la nostra voce interiore», ha affermato in un’intervista per allmusicitalia del 5 febbraio scorso.
La pandemia di Moro
Secondo il cantante, la pandemia ha minato le nostre esistenze. La nostra libertà è stata fortemente limitata, la mancanza di lavoro è ancora più evidente, l’angoscia e la rabbia fuoriescono più facilmente e, infine, siamo stati privati dei più semplici e innocenti gesti di affetto come un bacio o un abbraccio. Le nostre abitudini di vita sono state stravolte e l’equilibrio tra noi è più precario che mai.
Specialmente per Moro, stare lontano dal palcoscenico è stata un’esperienza molto dura. Ha sempre immaginato l’effetto che una canzone, un inciso o un riff avrebbero avuto sul pubblico, e questo per lui era fonte di ispirazione. A volte, gli capitava di scrivere parole o intere strofe mentre cantava in concerto. Sottrarlo al palco ha significato perdere la sua Musa ispiratrice per successivi lavori.
«Sono ormai due lunghi anni che non facciamo un vero tour, che non proviamo più l’adrenalina pre-concerto che sale quando le luci si spengono e il boato del pubblico ti raggiunge fin dietro al backstage che ti fanno vibrare le corde dell’essere. In quel momento senti di essere nel posto in cui hai sempre desiderato essere e senti che le tue intenzioni erano giuste e che la tua vita non sta andando sprecata. Tutto questo, tutte queste sensazioni erano il carburante principale per muovere il motore dello stomaco e del cuore e degli organi principali per “generare” l’ispirazione”» (meiweb.it).
“Sei tu”
Presentata sul palco dell’Ariston e primo singolo estratto dell’EP, “Sei tu” è una canzone di ringraziamento. La persona a cui è rivolta ha cambiato la vita del cantante in meglio (“Sei tu […] il motivo per cui la mia vita è cambianta”): non lo ha giudicato per i suoi errori (“Sei tu che hai visto i miei sbagli ma non l’hai giudicata”) e gli è stata vicino nei momenti più difficili (“E sei tu quel confine fra il giorno e la notte dove io mi nascondo con le mie mani rotte”).
Questa persona non è una sola. La canzone è dedicata a tutti coloro che hanno avuto questo ruolo nella sua vita e in particolare in questi ultimi due anni, tra cui, come già accennato prima, i suoi figli, la sua compagna e la madre dei suoi figli. Tra le altre tracce, “La mia voce”, “Le cose che hai da dire”, “Continua a cercare”, “Oggi” ed “Era bello”.
Fabrizio si riconferma con “La mia voce” l’autore di canzoni mai scontate, che riflettono il suo essere e che fanno pensare. Aspettando l’uscita della seconda parte, nel frattempo possiamo ascoltare queste prime sei tracce in cui si fondono tristezza, gioia, speranza, coraggio e in cui predomina sempre, come nella maggior parte del suo repertorio, l’amore.