08 Set 2024

“Maldoror”: l’ossessione di un gendarme nell’oscurità della giustizia

Ispirato al caso Dutroux, il film racconta la storia del gendarme Paul Chartier, che lotta contro il male e le disfunzioni istituzionali. In un mix di horror e thriller psicologico, l'opera riflette sulla mancata giustizia e l’ossessione che consuma il protagonista

Nel 1996, il Belgio fu scosso dalle terribili vicende legate a Marc Dutroux, conosciuto da tutti come il Mostro di Marcinelle. Dutroux, nell’arco di dieci anni, aveva rapito, torturato e violentato sei ragazze, di età compresa tra gli otto e i diciannove anni. Tuttavia, il caso si rivelò molto più complesso e controverso, coinvolgendo le più alte cariche del paese, con il sospetto che fosse stata coperta una rete di pedofili che comprendeva persone molto influenti. Alla fine, gli unici condannati furono Dutroux e sua moglie Michèle Martin, ma ancora oggi rimangono molte ombre sull’intera indagine. Il tutto incorniciato, per di più, da una grave crisi all’interno della Giustizia del paese che vede Gendarmeria, Polizia Penitenziaria e Polizia Locale in totale mancanza di comunicazione reciproca, portando inevitabilmente a gravissimi ritardi nelle indagini.

Fabrice du Welz presenta fuori concorso Maldoror, in cui si seguono le indagini attraverso la vita di Paul Chartier (Anthony Bajon), un giovane con un passato difficile che si è unito alla Gendarmerie. Quando due bambine scompaiono, Paul diventa parte dell’operazione segreta Maldoror, incaricata di ritrovarle. Nonostante la sua mente deduttiva, Paul è impulsivo e agisce senza riflettere a sufficienza, provocando la sua espulsione dal corpo di polizia dopo l’ennesima disobbedienza agli ordini. Di recente sposato e con una famiglia in crescita, Paul si trova senza lavoro e incapace di lasciar andare un’indagine che rischia di costargli tutto, compresi gli affetti che avrebbero potuto offrirgli la stabilità tanto desiderata.

Il lungometraggio risulta essere una commistione di più generi, tra cui l’horror, il thriller psicologico e l’azione, incorniciati dal genere poliziesco; il regista ha commentato infatti così il suo prodotto: “La mia intenzione è quella di esplorare la natura del male e la ricerca della giustizia attraverso una storia realistica ed evocativa. Volevo sondare gli aspetti più oscuri dell’anima umana e offrire una profonda riflessione sull’impotenza di fronte alla disfunzione istituzionale. Col personaggio di Paul Chartier volevo parlare di resilienza, ossessione, cecità e volontà di cambiare le cose contro ogni previsione. Per me, Maldoror è un punto di svolta, progettato per far luce su un trauma sociale e offrire una nuova prospettiva sulla nostra capacità di affrontare il male”.

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