23 Lug 2012

Maleduca(ca)te

Messaggio anonimo n. 7

È frequente, nelle toilette,
trovare inviti dolci: «Si prega di
lasciare questo luogo come vorreste trovarlo»
o «La migliore mancia è il rispetto di questo ambiente». A contatto
col peggio di noi, è facile abbrutirsi e dimenticare le regole del convivere:
succede anche nelle migliori famiglie (vedi chi la fa fuori del vaso, chi non
usa lo spazzolone o chi non lascia carta igienica per il successore al trono).

Ma quando si passa alle deiezioni canine, il tono soft
scompare e l’animalità altrui porta alla ferocia: «Al gentile padrone del cagnetto: fai più schifo di quello che non hai
raccolto».
C’è persino chi ha pensato di procurarsi degli spilloni, come
quelli infilzati nei formaggi col cartoncino del prezzo. Solo che questi non si
infilzano nei formaggi e, al posto del prezzo, hanno la frase: «Io sono ancora piccolo. Quello grande e
grosso è il padrone del cane».
Infine la migliore, per eleganza e
discrezione: «Sei ciò che lasci». Quasi
un invito a fare testamento.

Per fortuna c’è chi è più tenero e ha preparato un poster
con un cane sorridente che implora: «Ho
bisogno del tuo aiuto per non lasciare la cacca sul marciapiede»
. Oppure ha
raffigurato un cane seduto sul water, con la scritta (vista a Pergine
Valsugana): «Vorrei fare tutto a casa, ma
il mio padrone, maleducato, non me lo permette».

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