26 Ago 2014

Melpignano: più di 150mila “pizzicati” dal morso della tarantola

Ha avuto grande successo anche quest'anno in Puglia la Notte della Taranta, in cui si danza il ballo popolare che oggi come ieri emoziona e coinvolge

Oltre 150mila i “pizzicati” che hanno preso parte, danzando fino alle prime ore del mattino, alla 17esima edizione della Notte della Taranta nella piazza dell’ex convento degli Agostiniani a Melpignano (Lecce) lo scorso 23 Agosto. Tutti pizzicati dal morso della tarantola che non fa più male ma, come sostiene la maggioranza degli artisti, serve a risvegliare una sopita coscienza sociale.
Secondo l’antica leggenda, la tarantola con il suo morso provocava crisi isteriche, che solo alcuni musicanti erano in grado, attraverso la musica, di guarire o almeno lenire lo stato di pizzicata, da cui deriva il nome della danza “pizzica”.
Fin dall’antichità la cura di molte malattie, in specie quelle nervose, erano affidate al potere miracoloso della danza frenetica e catartica.

Ernesto De Martino studiò il fenomeno quando questo era ancora presente in Puglia e la sua ricerca permise di escludere qualsiasi rapporto diretto fra il morso della tarantola e i sintomi del “tarantismo”. Il morso del ragno induceva a tremori e a stati di prostrazione, ma quasi nessuno dei tarantolati da lui studiati era stato effettivamente morso.
Si trattava soprattutto di donne che al suono della musica erano invase da un’irresistibile voglia di ballare, una vera e propria possessione; una sindrome fra la depressione e l’agitazione frenetica.

Le tarantate erano donne oppresse da una condizione di miseria e disagio, malate nell’animo più che nel corpo, che una volta all’anno, spesso per molti anni, potevano ricevere, grazie allo scatenarsi della “crisi”, quelle cure e quell’attenzione che sempre erano loro mancate. Esprimevano il loro disagio, la sofferenza della frustrazione di una vita o addirittura una malattia psichica, che la scienza non sapeva curare altrimenti. Le famiglie, disperate per la disgrazia capitata loro, affrontavano grandi spese per pagare i musicisti che dovevano essere alloggiati e nutriti per diversi giorni.

Ora invece, da ben 17 anni, la tradizione continua con la Notte della Taranta, che è uno dei più grandi festival italiani, oltre che una delle più importanti manifestazioni di cultura popolare in Europa. Ogni anno molti sono coloro che promettono di farsi portavoce nel mondo della bellezza della pizzica e quest’anno tra gli ospiti italiani ed internazionali alla Notte della Taranta c’era la prima ballerina della Scala, la salentina Nicoletta Manni che afferma: «Inviterò la gente a interessarsi di più a questo tipo di danza, il cui fascino sta proprio nel suo essere nata spontaneamente, nel non avere regole al contrario della danza classica. È alla portata di tutti».

L’orchestra della Notte della Taranta ha accompagnato inoltre Roberto Vecchioni, che ha scelto di cantare “La tabaccaia” e “Su arrivati a San Frangisco”, sperimentando una inedita versione in griko di “Samarcanda”, mentre Alessandro Mannarino ha festeggiato con “Santu Paulu” il suo trentacinquesimo compleanno. Sul palco anche Antonella Ruggero, Bombino, il mandolinista Avi Avital, Glen Velez e Lori Cotler.

Massimo Manera, presidente della fondazione La Notte della Taranta afferma “ci dicono che la manifestazione è ormai un bene comune, capace di emozionare e creare condivisione. E noi lavoreremo perché questa condivisione si allarghi ancora di più, ascoltando tutte le sollecitazioni che il nostro pubblico ci darà”.

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