«Mancano pochi mesi al nostro incontro in Polonia. Cracovia, la città di san Giovanni Paolo II e di santa Faustina Kowalska, ci aspetta con le braccia e il cuore aperti. Credo che la Divina Provvidenza ci abbia guidato a celebrare il Giubileo dei Giovani proprio lì, dove hanno vissuto questi due grandi apostoli della misericordia dei nostri tempi». Un vero e proprio “Giubileo dei Giovani” a livello mondiale. Nel suo messaggio per la XXXI Giornata Mondiale della Gioventù, Papa Francesco descrive così il raduno internazionale dei giovani che si terrà a Cracovia nel mese di Luglio 2016. Un raduno diverso dai precedenti proprio perché inserito nell’Anno Santo della Misericordia e che dalle stesse Beatitudini del Vangelo di Matteo trae il suo tema: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7).
Essere misericordiosi vuol dire amare fedelmente e gratuitamente, sapendo perdonare. Ce lo dimostrano le tre parabole della misericordia: quella della pecora smarrita, quella della moneta perduta e quella “del figlio prodigo”. «In queste tre parabole – dice il Papa – ci colpisce la gioia di Dio, la gioia che Egli prova quando ritrova un peccatore e lo perdona. Sì, la gioia di Dio è perdonare! Qui c’è la sintesi di tutto il Vangelo. Ognuno di noi è quella pecora smarrita, quella moneta perduta; ognuno di noi è quel figlio che ha sciupato la propria libertà seguendo idoli falsi, miraggi di felicità, e ha perso tutto. Ma Dio non ci dimentica, il Padre non ci abbandona mai. E’ un padre paziente, ci aspetta sempre! Rispetta la nostra libertà, ma rimane sempre fedele».
Misericordia non è solo “buonismo” ma deve tramutarsi in atti concreti verso il prossimo. «Vi invito perciò a riscoprire le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti. Come vedete, la misericordia non è “buonismo”, né mero sentimentalismo. Qui c’è la verifica dell’autenticità del nostro essere discepoli di Gesù, della nostra credibilità in quanto cristiani nel mondo di oggi».
Poi, scrivendo ai giovani, il Papa confida loro un episodio della sua adolescenza. «Quando avevo diciassette anni, un giorno in cui dovevo uscire con i miei amici, ho deciso di passare prima in Chiesa. Lì ho trovato un sacerdote che mi ha ispirato una particolare fiducia e ho sentito il desiderio di aprire il mio cuore nella Confessione. Quell’incontro mi ha cambiato la vita! Ho scoperto che quando apriamo il cuore con umiltà e trasparenza, possiamo contemplare in modo molto concreto la misericordia di Dio. Forse qualcuno di voi ha un peso nel suo cuore e pensa: Ho fatto questo, ho fatto quello…. Non temete! Lui vi aspetta! Lui è padre: ci aspetta sempre! Com’è bello incontrare nel sacramento della Riconciliazione l’abbraccio misericordioso del Padre, scoprire il confessionale come il luogo della Misericordia, lasciarci toccare da questo amore misericordioso del Signore che ci perdona sempre!»
Il messaggio della Divina Misericordia costituisce un programma di vita molto concreto, banco di prova per l’autentico perdono cristiano. «Incontro tanti giovani – continua il Papa – che dicono di essere stanchi di questo mondo così diviso, in cui si scontrano sostenitori di fazioni diverse, ci sono tante guerre e c’è addirittura chi usa la propria religione come giustificazione per la violenza. Dobbiamo supplicare il Signore di donarci la grazia di essere misericordiosi con chi ci fa del male. L’unica via per vincere il male è la misericordia. La giustizia è necessaria, eccome, ma da sola non basta. Giustizia e misericordia devono camminare insieme. Quanto vorrei che ci unissimo tutti in una preghiera corale, dal profondo dei nostri cuori, implorando che il Signore abbia misericordia di noi e del mondo intero!»
Infine il Papa invita i giovani di tutto il mondo a lasciarsi raggiungere dallo sguardo misericordioso di Dio, uno sguardo capace di perdonare ogni peccato. A sua volta sarà compito di ognuno portare quello stesso sguardo negli ambienti della vita quotidiana traducendolo in opere. «La Parola di Dio ci insegna che «si è più beati nel dare che nel ricevere» (At 20,35). Proprio per questo motivo la quinta Beatitudine dichiara felici i misericordiosi. Sappiamo che il Signore ci ha amati per primo. Ma saremo veramente beati, felici, soltanto se entreremo nella logica divina del dono, dell’amore gratuito, se scopriremo che Dio ci ha amati infinitamente per renderci capaci di amare come Lui, senza misura».
È già possibile iscriversi online all’incontro mondiale sul sito http://www.krakow2016.com/it/