MICROFONO E CUFFIE: LA RADIO È LA VOCE DELLE NOTIZIE

Il 16° rapporto Censis riporta alcuni dati relativi all'utilizzo della radio per le informazioni in Italia nel 2019. E la radio mantiene un ruolo centrale

“La radio lancia la notizia, la tv la fa vedere, il quotidiano la spiega.” Questa frase è del giornalista francese Hubert Beuve-Méry e racchiude le principali forme di comunicazione di una notizia tramite i media.

Oggi la situazione è cambiata: con l’avvento di internet e dei social si può essere informati in tanti modi diversi dalla televisione, dai quotidiani, ma anche dai social network e dai motori di ricerca di internet stesso.

Un mezzo di informazione che non smette però di sorprendere è la radio. Infatti secondo il 16° rapporto Censis della comunicazione riferito al 2019, in Italia la radio «continua a rivelarsi all’avanguardia dentro i processi di ibridazione del sistema dei media». Nonostante la radio tradizionale perda 5,3 punti percentuali d’utenza in un anno, rimangono pressoché stabili le autoradio, aumentano le percentuali delle trasmissioni radiofoniche da internet con il pc, e si ha una crescita nell’ascolto della radio attraverso l’utilizzo dello smartphone con un aumento del +0,6%.

 

La grande invenzione del 1895 di Marconi, ancora oggi sta raccogliendo i suoi frutti, nonostante si trovi a confrontarsi con nuovi mezzi di comunicazione. Anche se la televisione, secondo le statistiche del Censis rimane sempre la più la più utilizzata per la diffusione di informazioni, la radio mantiene i suoi standard che in alcuni casi sono in aumento. Negli anni infatti l’aumento dell’utilizzo della radio è dovuto anche al cambiamento della fascia di età degli stessi fruitori. Infatti dal 2017 al 2019 risulta, che la fascia di età più alta è quella che va dai 30 ai 44 anni.

Le fonti più utilizzate dagli italiani per leggere le informazioni sono audiovisive e comprendono i telegiornali, le tv all news ed anche i giornali radio. I giornali radio sono graditi, secondo lo studio Censis, soprattutto al 22,5% della popolazione tra 45 e 64 anni, al 19,9% dei soggetti più istruiti, al 19,1% della platea maschile. Risulta però che dal 2018 al 2019 i giornali radio abbiano subito un calo del 3,0% probabilmente a causa del maggior utilizzo dei motori di ricerca su internet che invece nello stesso anno hanno avuto un aumento notevole del 6,7%.

 

Oltre a fornire informazione, la radio è da sempre una grande fonte d’intrattenimento. Secondo le classifiche la radio più ascoltata nel 2019 è RTL con 2 milioni e 294 mila utenti seguita da RDS con 2.063.000 e terza in classifica Radio Deejay con 1 milione e 883 mila.

La radio rimane il mezzo di comunicazione che, nonostante i suoi oltre 100 anni, sa come far sognare le persone.Infatti, come diceva Eugenio Finardi, «Con la radio si può scrivere, leggere o cucinare. Non c’è da stare immobili seduti lì a guardare. È forse proprio quello che la fa preferire: è che con la radio non si smette di pensare». Lascia infatti un fascino che gli altri mass media non lasciano, ovvero una sensazione di immaginazione. Con la radio si sogna perchè ogni voce, ogni canzone, ed ogni notizia lascia un alone di mistero, che però riesce a dare sicurezza nello stesso tempo. Riesce a far divertire, a dar momenti di leggerezza, ma soprattutto è uno dei mezzi ancora oggi più incisivi per lanciare messaggi forti.

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