Microsoft: l’innovazione informatica fa bene al volontariato italiano

Il CEO di Microsoft Italia a Roma per presentare il programma di innovazione informatica a servizio delle non-profit. «La realtà aumentata è alle porte. Nel 2020 parleremo con gli oggetti. Il terzo settore non resti indietro»

«L’informatica punta sempre più verso l’interfaccia naturale dei sistemi. Oggi andiamo noi verso il PC o il tablet per digitare o ricercare qualcosa. Fra qualche anno saranno gli stessi dispositivi ad interagire con noi. Parleremo, loro ci ascolteranno e ci risponderanno». Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia è intervenuto a Roma, in Campidoglio, per rilanciare il programma “Tech for good” l’iniziativa della multinazionale a sostegno dell’innovazione tecnologica delle non-profit.

«Prima c’erano le righe del DOS, poi abbiamo scoperto la semplicità delle icone; poco dopo ci siamo mossi sullo schermo grazie ad un dispositivo esterno (mouse) e poco dopo ancora, abbiamo scoperto come interagire toccando lo schermo. 10 anni fa avremmo immaginato tutto questo? La tecnologia corre e non è affatto orwelliano immaginare che nel 2020 tutti i dispositivi saranno più intelligenti e ci assisteranno ad un livello più alto. Sarà un sistema pro-attivo: in funzione delle mie necessità il sistema interagirà con me (ad esempio ricordandomi vocalmente gli appuntamenti importanti, una sorta di agenda vocale). Se non catturiamo già da ora queste innovazioni l’Italia continuerà ad essere fanalino di coda rispetto al resto del mondo».

Microsoft Italia da anni dona gratuitamente ad associazioni ed enti benefici i propri prodotti informatici auspicando profitti anche in termini di impatto sociale. «L’informatica si sta democratizzando» continua Purassanta. «Oggi qualsiasi organizzazione (anche di tre persone) può aumentare la sua capacità di impatto sociale. Come paese siamo abituati ad un sistema gerarchico: il tg da le notizie, la scuola trasmette le conoscenze ecc. Ma l’informatica di oggi sta cambiando i paradigmi: i ragazzi apprendono da YouTube fruendo contenuti e creandone loro di nuovi. Attraverso i social sta cambiando il modo di partecipare. Dobbiamo convincerci che i new media non sono solo uno strumento per dire quello gli altri non hanno fatto (come accade in politica) ma servono per fare cose! Qui sta la nuova idea di partecipazione».

In questi anni Microsoft Italia ha aiutato 1500 ONG, portato 500 di queste nel Cloud e donato – in prodotti e innovazione – 6,1 milioni di euro. «Ci preoccupiamo che la tecnologia tolga qualcosa all’uomo ma non è così: l’informatica aumenterà l’uomo e le sue capacità, non lo diminuirà. Come azienda non lavoriamo solo sui numeri ma guardiamo anche all’impatto che le nostre tecnologie hanno nei Paesi dove operiamo. In Italia ci sono oltre 300.000 organizzazioni non-profit che con il potere dell’informatica possono fare di più. Potranno toccare e aiutare più persone».

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