Si
avvicina il Natale
e come consuetudine si parla di acquisti e di corsa ai regali. Quello
del regalo
è
uno dei gesti più antichi della tradizione dell’uomo ed è carico
di significato.
Regalare
qualcosa a qualcuno è un gesto relazionale che mostra un certo
impatto emotivo. Con l’azione de ldono
inviamo
un messaggio a colui che lo riceve e riveliamo
una parte di noi stessi nella
scelta di quel determinato regalo verso
quella sepcifica
persona; in questo risiede anche il valore più strettamente
psicologico del “donarsi”,
ossia lasciarsi andare all’altro, mostrare sé stessi, tanto una
propria idea quanto un’emozione. Il
regalo, in questo senso originale ed autentico, diviene quindi un
atto creativo, costruttivo ed intimo.
Nell’attuale
società, purtroppo, il
dono ha perso questo valore originario,
assumendo
un aspetto più superficiale e consumistico. Avrete
sicuramente avuto la possibilità di osservare la
folle corsa nei negozi, la ricerca smisurata
spesso obbligata di chissà quale oggetto, senza individuarne un
senso per sé o per l’altro. Questi
sono
comportamenti che tolgono valore al gesto originario.
Si
può, infatti,
differenziare il significato della parola “regalo”
da quello del termine “dono”.
La parola regalare
sembra
riportarci ad un significato molto sociale dello scambio dove c’è
qualcuno
che fa qualcosa in cambio di altri interessi.
Il
dono,
invece,
è completamente diverso.
Deriva,
dal
verbo dare, ed indica ciò
che si da senza attesa di ricompensa,
implica la gratuità
del dare,
il piacere di dimostrare l’affetto ed il significato che
quella
persona o quella relazione ha per noi. Il dono è
soprattutto incontro
e relazione.
A
tal proposito, quale festa più attrattiva se non quella del Natale
per ricevere regali e
doni?
Non
é difficile accumulare sotto l’albero pacchetti
vari, che
chiamiamo regali senza alcuna emozione, tranne
il sollievo di un fastidioso compito
finalmente risolto.
Dunque il
regalo é il mero oggetto, la compera qualunque, magari la cosa che
costa meno o qualcosa
vistosamente riciclata,
tanto per onorare una relazione di poco conto, barcollante e al
limite del formale. Oppure, con spirito di sacrificio, si regalano
cose di lusso perfettamente anonime nell’intento di colmare, almeno
il giorno di Natale, i vuoti e le lacune affettive. Ma
a cosa serve? Non sarà sicuramente il regalo natalizio far
dimenticare o colmare le
lacune affettive o
a rendere
quella relazione barcollante miracolosamente stabile.
Pensiamo
a quanta serenità e
felicità sia possibile diffondere passando più tempo con le nostre
famiglie e i nostri cari, invece di sperperare ore preziose in fila
per confezioni regalo. Potremmo pensare ad un periodo di festa in
cui, piuttosto che sprecare
energie preziose alla
ricerca di
regali, potremmo utilizzare le nostre risorse per donare il nostro
tempo. Si
potrebbe donare direttamente la nostra attenzione, il nostro aiuto,
il nostro conforto. Il
più delle volte si da più valore e precedenza all’oggetto piuttosto
che a quest’ultime risorse. Il problema centrale è proprio questo.
Una
ricerca
di Kasser e Sheldon (2002) ha misurato il livello di stress percepito, soddisfazione per la propria vita e lo stato emotivo
in 117 persone nel periodo natalizio. In questo studio è stato
trovato che le persone maggiormente impegnate nello shopping
natalizio e nei comportamenti di consumo hanno dichiarato un minor
livello di benessere, soddisfazione ed emozioni positive.
Allo stesso modo, chi metteva in atto più shopping aveva un livelo
maggiore di stress.
La
domanda sorge spontanea: qual
è il guadagno?
Il bello è ricevere un dono quando l’altro sceglie di donarlo e non
solo perché una ricorrenza lo ricorda, ma
soprattutto prima di fare un regalo ti sei mai chiesto come mai ha
scelto di farlo?
Qual è il significato che dai nel farlo? Come
mai hai pensato di farlo a
quella specifica
persona?
Per
esempio ci sono famiglie che per un intero anno sembrano appartenere
a due pianeti distinti e separati e il giorno di Natale, come
se nulla fosse, si svegliano e
dicidono di ritornare a
vivere
sullo stesso
pianeta, festeggiando
insieme
di fronte
ad un bicchiere di vino e ad una tavolata ricca
di cibo,
facendo il sacrificio, almeno per quel giorno, di “volersi bene ed
essere più buoni”.
Più
che una “mangiata” servirebbe una bella chiacchierata! Non
trovate?
Sarebbe
utile anche
a
coloro (amici, fratelli, etc.), che per
questa festività
decidono di scambiarsi dei regali ma durante l’anno non
condividono nulla insieme, e soprattutto sono titubanti rispetto al
loro legame reale e originario.
Ecco
perché donare è
un’altra cosa.
Significa
offrire
impegno,
qualcosa che testimonia amore e farlo
in modo incondizionato, senza sentire di dovere nulla all’altro e
senza nulla pretendere dall’altro.
Il
dono, a differenza del regalo, è un omaggio ai sentimenti, e non
alla persona.
L’immensa
differenza tra dono e regalo sta
nel fatto che il regalo
è quantitativo, il dono è qualitativo.
Ricordiamoci che
la festa del Natale non è propriamente un momento di ostentazione
al lusso
e si festeggia in ricordo e venerazione di un momento solenne
avvenuto in una mangiatoia. Il periodo dell’anno in cui si ricorda
la nascita di un bambino che, nonostante la sua regalità divina,
nasce in uno dei luoghi più umili di un villaggio di pastori.
Festeggiarlo
in modo più sobrio non ne ridurrebbe sicuramente
l’importanza.
Buon
Natale a tutti!