31 Mar 2019

Nel Venezuela, in piena tragedia umanitaria, c’è ancora speranza

Intervista con Suor Duque Zoraida, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che lì vive e lavora. Il Paese è allo stremo, ma si spera ancora nel cambiamento.

Come è la situazione in Venezuela? Ne parliamo con Suor Duque Zoraida, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che lì vive e lavora. 

 

La situazione attuale del Venezuela può essere definita una crisi umanitaria?

«Nel Venezuela non abbiamo una crisi umanitaria, in questo ha ragione il Governo, e io direi che non è più un’emergenza umanitaria, ma è diventata una tragedia umanitaria più che un’emergenza, più che una crisi. Il Venezuela era un paese molto ricco: ci sono voluti 20 anni per distruggerlo. È quello che ha fatto il governo: ha distrutto il Paese, l’industria, e tutto ciò che avevamo di buono e di produttivo».

Di fronte a questa tragedia, ricevete contributi di solidarietà dai Paesi vicini?

«Dall’inizio della crisi, abbiamo avuto molta solidarietà dai Paesi vicini, da quelli Europei, pure dagli Stati Uniti… Mandavano aiuti umanitari, che però non sono stati lasciati entrare, semplicemente perché il governo non accetta che ci sia un’aiuto umanitario, non li lascia entrare in nessun modo. Stiamo vivendo anche nell’era dell’oscurità: in questa situazione il Paese è rimasto più di 120 ore al buio, senza nessuna corrente, gli alimenti conservati si sono rovinati e sono andati persi a causa della mancanza di elettricità e questo ha creato ulteriori disagi nel paese. Negli ospedali tanti sono morti, perché avevano bisogno dell’ossigeno».

Questa situazione ha aumentato il flusso emigratorio?

«Il Venezuela è un paese solidale. Ci convivono genti provenienti di tutte le nazioni, ma stanno andando via, e adesso abbiamo il fenomeno dell’rmigrazione: tutti quelli che avevano parenti fuori del Paese se ne sono andati via, nei loro paesi di origine. I giovani, i più bravi, quelli che hanno finito gli studi, se trovano un lavoro altrove, se ne vanno. Quindi adesso siamo diventati un Paese dove la gioventù sta andando via, dove le famiglie sono separate perché la mamma o il babbo o qualcuno della famiglia deve andarsene per poter trovare da mangiare. Inoltre abbiamo l’inflazione più alta del mondo. Il Venezuela sembra un Paese in distruzione .

Qual è l’intenzione del Governo? Cosa pensano i leader di fronte a queste situazioni?

«È chiara l’intenzione del Governo: avere tutto. Infatti i loro parenti e loro famigliari sono i più ricchi del Venezuela. Il problema della la corruzione, della droga, del narcotraffico… sono stati loro che hanno permesso che si sviluppassero, sono loro ad essere a capo di tutto questo. Adesso, per riempire di benzina una macchina in un paese ricco di petrolio, bisogna fare la coda per 3 giorni, è qualcosa che nessuno comprende, ed è tragico.

I leader non dicono niente, non pensano niente, e se tu chiedi, dicono che non è vero, e che non sono loro le cause di questi problemii, nonostante abbiano bloccato l’ingresso degli aiuti umanitari».

Come Istituto in che modo potete portare avanti la missione presso i giovani?

«Abbiamo la solidarietà delle nostre comunità dei Paesi vicini: ci fanno arrivare tutto ciò che possono mandarci; quindi abbiamo ancora scuole che funzionano. Tanti maestri che lavoravano, però, in un anno se ne sono andati via, rimangono solo quelli che lo fanno con buona volontà».

Ci sono segni di speranza? 

«In questi ultimi mesi abbiamo ricominciato a sperare, perché c’è un lavoro che è stato fatto piano piano, cioè, ci sono gruppi di opposizione che stanno lavorando da tanto e adesso abbiamo la speranza di poter cacciare via il governo attuale. Abbiamo la speranza che le cose si possano ricomporre perché il Paese, se da tanto tempo si era svegliato, adesso è più che sveglio, sta lottando e non lascia la strada e quindi speriamo che ci sia pace presto.

Tra poco ci saranno le elezioni; preghiamo che vinca chi vuole un’alternativa a questo governo, così saremo finalmente liberi. Infatti da 30 anni abbiamo lo stesso presidente, Maduro».

Qualche messaggio da lasciare.

«Pregate per il Venezuela aiutatelo dalle vostre Nazioni. Sono sicura che presto si realizzerà la speranza e che questa speranza diventerà una bella realtà. Noi siamo un Paese che lotta, un Paese che canta, un Paese che non perde mai coraggio. Perciò io sono sicura che presto avremo un giorno di luce.

 

Foto tratta da: https://www.rivistastudio.com/venezuela-crisi-articoli/

 

 

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