Pandemia e colpo di stato: ora il popolo del Myanmar chiede aiuto

«Sostenere i più vulnerabili del Myanmar durante Covid-19 e turbolenze politiche»: la proposta di ZigWay, per contribuire allo sviluppo sostenibile e pacifico del Paese

In Myanmar una persona su quattro vive in povertà, ciò significa che «15 milioni di persone lottano ogni giorno solo per sopravvivere», sono i dati di ZigWay, impresa sociale con sede a Yangon, la città più grande del paese.

La crisi umanitaria che sta affrontando il Myanmar viene sottolineata anche nelle parole del cardinale salesiano Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, durante l’omelia pronunciata nella Messa della Domenica della Misericordia, «oggi più che mai la nostra comunità ha bisogno di misericordia. Milioni stanno morendo di fame […]. La maggior parte della nostra gente muore di fame. Dobbiamo condividere le nostre risorse. Per quanto poveri siamo, potremmo condividere qualcosa. Questo è il segno della misericordia divina».

Secondo il cardinale Bo sono due le cause principali della situazione attuale in Myanmar: da una parte la pandemia di Covid-19 e d’altra il colpo di Stato militare, cominciato il 1° febbraio 2021 e ancora non risolto. Il prelato ricorda: «prima del Covid, il 17% della nostra gente non aveva accesso alla sicurezza alimentare. La Banca mondiale afferma che dopo un anno di Covid, questa percentuale è salita al 62%». E prima ancora di avere la possibilità di uscire dal disastro del coronavirus, è arrivato il colpo di Stato.

Inoltre, in questa crisi politica, racconta il giornalista Russell Goldman su The New York Times, «l’esercito birmano ha rovesciato il fragile governo democratico del paese, ha arrestato leader civili, bloccato l’accesso a Internet e sospeso i voli. Il colpo di stato riporta il paese al pieno dominio militare dopo un breve periodo di semi-democrazia iniziato nel 2011, quando i militari, al potere dal 1962, hanno attuato elezioni parlamentari e altre riforme».

Papa Francesco quando ha fatto la visita in Myanmar e Bangladesh, nel 2017, già aveva intravisto come il popolo era immerso nella sofferenza e nella crisi sociale. Durante l’incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico, ha detto: «il Myanmar è stato benedetto con il dono di una straordinaria bellezza e di numerose risorse naturali, ma il suo tesoro più grande è certamente il suo popolo, che ha molto sofferto e tuttora soffre, a causa di conflitti interni e di ostilità che sono durate troppo a lungo e hanno creato profonde divisioni».

Ma il Myanmar, inoltre, è caratterizzato da «una complessa combinazione di sfide relative a sfollamento, migrazione, vulnerabilità ai disastri naturali, protezione e diritti umani, insicurezza alimentare e povertà cronica. Questi fattori contribuiscono al posizionamento del Myanmar come il paese più a rischio dell’Asia-Pacifico», come si legge sul sito Myanmar Information Management Unit (Mimu).

Situazione attuale in Myanmar

La destabilizzazione politica (insieme alla pandemia) è la minaccia principale alla sicurezza alimentare per le persone più vulnerabili del Myanmar, perché a seguito delle recenti azioni dei militari, l’incertezza economica e politica è cresciuta e ha visto ulteriori interruzioni della vita quotidiana per le famiglie a basso reddito, ad esempio, sono presenti aumenti nei prezzi per i beni di prima necessità poiché i fornitori sono costretti a chiudere le proprie attività e i prezzi del riso e del petrolio sono aumentati fino al 20%, come segnala ZigWay.

Oggi nel Paese asiatico, ad oltre due mesi dal golpe militare, scrive la giornalista Elvira Ragosta di Vatican News, sono «oltre 700 vittime nella repressione delle manifestazioni contro la giunta militare […] e che ha deposto la leader democratica Aung San Suu Kyi», premio Nobel per la Pace. Ma la vicenda non è ancora finita, scrive Andrea De Angelis, giornalista sempre di Vatican News: «la giunta militare ha annunciato che lo stato d’emergenza verrà prorogato almeno per altri sei mesi, aggiungendo che entro due anni saranno indette elezioni libere ed eque». 

Come si può aiutare alle persone più vulnerabili del Myanmar?

Ci sono molti modi in cui si può fare la differenza e contribuire ai bisognosi senza discriminazioni, senza esclusioni e senza confini. Tutto in linea con la proposta degli obiettivi 2030 di sviluppo sostenibile dell’Onu in Myanmar per porre fine alla povertà e alla fame, e garantire che le persone possano godere di pace e prosperità. 

Bambina_Myanmar: Global Civic SharingFoto: Global Civic Sharing

Di seguito due suggerimenti per dare un piccolo aiuto:

La prima opzione consiste in fare una donazione di € 6,23 (10.000 ks) con cui si può creare un pacchetto alimentare: riso, olio, ecc., per una famiglia di cinque persone per un’intera settimana. La donazione va fatta attraverso ZigWayimpresa sociale che mira a «sollevare 20 milioni di persone dalla povertà entro il 2030» e che con il suo servizio ha già sostenuto intere famiglie bisognose e ha «consegnato cibo sufficiente per 1,4 milioni di pasti».

La seconda opzione sarebbe fare una donazione di € 17 (riso per sfamare una famiglia per un mese), attraverso la GlobalGiving, un’organizzazione senza scopo di lucro che supporta altre organizzazioni non profit collegandole a donatori e aziende.

 

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