17 Set 2012

Pensare con la propria testa

Messaggio anonimo n. 11

«Eliana, sei ancora in
tempo. Ripensaci»
.


«Le vaccinazioni sono
importanti per la salute dei nostri figli. Pensiamoci»
.


«Solo tu puoi fare la
differenza. Rifletti»
.

Tre
messaggi strutturati allo stesso modo, visti in Veneto e in Trentino durante le
vacanze. Rispettivamente su un cavalcavia, su un pieghevole pubblicitario e su
un contenitore di spazzatura differenziata. Tutti e tre composti da
un’affermazione, da un punto per far silenzio e da un invito a ponderare
l’affermazione iniziale.

A
ben pensarci, è singolare ricevere tre richieste di pensiero nel periodo più
spensierato dell’anno, quando persino il Pensatore
di Rodin dà a pensare d’essere in posa e di non stare pensando a niente. Ma non
è pensabile che gli autori dei tre messaggi anonimi non ci abbiano pensato.
Scherzi
a parte, la cosa più singolare è che le tre tesi non siano dimostrate. E che
quindi siano postulati, da prendere per buoni, senza pensarci. L’invito dei tre
messaggeri è dunque solo un artificio retorico per portarci dalla loro parte:
al posto di «Credici» o di «Fìdati», caduti in disuso, «Pensaci» dà la sensazione d’essere noi
a decidere.

Uno
scrittore polacco di aforismi, Stanislaw J. Lec, ha coniato questo bel
paradosso: «La gente ama pensieri che non
obbligano a pensare»
. Che abbia ragione?

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