27 Giu 2019

“Per ogni fine, c’è un nuovo inizio”. L’importante è vederlo

Giugno per gli studenti è un momento di grandi cambiamenti. L'importante è sapere che la fine non è un fallimento e che il vero coraggio sta nel sapere quando lasciar andare qualcosa...

Giugno è il Capodanno degli studenti. Tra esami di maturità, sessioni estive e discussioni di lauree, sono tantissimi gli studenti che concludono un percorso e si affacciano in un mondo pieno di cambiamenti.

Cambiamenti che spaventano, ma che sono il trampolino di lancio verso qualcosa di inedito, che da la possibilità di ricominciare da zero. In questo periodo di cambiamenti, una domanda potrebbe sorgere spontanea… Ci spaventa maggiormente la fine o l’inizio di qualcosa?

 

Antoine de Saint-Exupery, nel suo celebre libro “Il Piccolo Principe”, afferma che “Per ogni fine c’è un nuovo inizio”. Una fine, quindi, presuppone un inizio, spesso però siamo noi a non voler aprire le porte a nuovi inizi.

Di conseguenza ci limitiamo a vedere solo la fine, convincendoci che ciò che avverrà dopo non potrà mai essere all’altezza di ciò che si è concluso, senza renderci conto che non sarà migliore o peggiore, ma semplicemente diverso.

Sicuramente un inizio è sempre più impegnativo di una fine. 

Quando qualcosa finisce non puoi più agire in nessun modo, puoi solo andare avanti, e ripensare al passato. Per un inizio invece devi agire in prima persona, affinchè possa essere una buona partenza. 

Allo stesso tempo la fine di qualcosa ci coinvolge maggiormente. Alcune fini sono previste, sono razionali: terminano le giornate, terminano le stagioni, terminano i percorsi scolastici. Altre sono impreviste. Talvolta sono una scelta sofferta, altre volte sono un avvenimento che ci travolge e che ci appare inspiegabile.

Sono questa seconda tipologia di “fine” che ci spaventa e che spesso non riusciamo ad accettare, che ci blocca, che ci paralizza tanto da non voler più intraprendere ed accogliere nuovi inizi. 

 

Rimaniamo fermi alcune volte perchè temiamo, che un nuovo inizio possa mutarsi in una fine che ci disorienta, altre volte perchè siamo talmente legati ad un passato ormai concluso, che preferiamo contemplare un ricordo piuttosto che intraprendere un nuovo percorso. 

Il passato diventa un’ancora alla quale ci aggrappiamo senza renderci conto che ci tiene fermi in un punto, limitando la nostra libertà.

Non dobbiamo essere ingannati dal pensare che quando qualcosa finisce, anche per nostra volontà, abbiamo fallito. La fine non è un fallimento, il vero coraggio sta nel sapere quando lasciar andare qualcosa. La fine è una porta che si spalanca dalla quale possiamo intraprendere un nuovo percorso che ci dona infinite opportunità, infiniti inizi. 

In bocca al lupo a tutti gli studenti! 

 

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