Giovedì 27 settembre presso la sede della Pontificia Accademia per la Vita si è tenuta la presentazione del «Libro bianco per la promozione delle cure palliative in tutto il mondo» («White paper for global palliative care advocacy»). La prestigiosa rivista scientifica «Journal of Palliative Care» ha pubblicato sul suo numero di settembre il Libro Bianco a cura dell’Accademia e di un team di accademici specializzati sul tema.
«Le cure palliative sono espressione dell’attitudine propriamente umana a prendersi cura gli uni degli altri, specialmente di chi soffre. Esse testimoniano che la persona umana rimane sempre preziosa, anche se segnata dall’anzianità e dalla malattia». Queste le parole pronunciate nel 2015 da Papa Francesco durante la Plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, in cui sottolineò l’obiettivo delle cure palliative: «Alleviare le sofferenze nella fase finale della malattia e assicurare al tempo stesso al paziente un adeguato accompagnamento umano».
Da quel momento il tema dell’accompagnamento alla vita e la scarsa attenzione della medicina curativa per l’alleviare le sofferenze nella fase finale della malattia hanno spinto l’Accademia, nel marzo 2017, a dar vita al progetto PALLIFE, dedicato al «miglioramento dell’assistenza clinica e spirituale della persona morente – come si legge nella descrizione del documento ufficiale – con particolare riferimento alle cure palliative». In particolare l’Accademia cerca di stimolare una maggiore sensibilità, non solo delle realtà ecclesiali, ma anche di quelle sociali e culturali extra-ecclesiali; porsi come interlocutore delle istituzioni accademiche e delle realtà scientifiche nella promozione delle cure palliative nel mondo; promuovere, ai diversi livelli, il dialogo e la cooperazione tra i diversi stakeholder nella realizzazione di progetti concreti su questo tema.
La presentazione del Libro Bianco è stata affidata a Fabrizio Mastrofini, responsabile dell’Ufficio Stampa della Pontificia Accademia per la Vita, impegnato nella sensibilizzazione dei media nei confronti di temi delicati, come la vita e le cure palliative.
Il primo relatore, Carlos Centeno, ha sottolineato l’essenza delle cure palliative, definendole un nuovo modo di «ridare alla medicina e alla cura il suo significato originario»; egli ha infatti precisato che «il medico non abbandona il malato, ma rimane al suo fianco anche quando non può più guarire».
Thomas Sitte, si è soffermato invece sull’urgenza di creare una «cultura che possa essere più umana». La scienza ha tutte le competenze per rendere la malattia meno dolorosa e restituire dignità alla persona malata.
Eduardo Garralda ha spiegato il processo che ha portato alla formulazione del “Libro Bianco”, un lavoro di ricerca attento e frutto di un serio confronto tra diversi interlocutori e gruppi d’interesse.
Tina Comoretto, ufficiale nella sezione scientifica della PAV, è colei che ha seguito sin dall’inizio il progetto e coordinato il gruppo internazionale; ha definito il documento «il primo frutto maturo di un progetto che è stato disegnato per il medio-lungo termine». Le cure palliative nel mondo non sono realtà sovrapponibili, sono varie e dipendono dal grado di sviluppo e dagli ostacoli che la medicina incontra nei vari Paesi. Sicuramente il “Libro Bianco” sancisce l’impegno che una parte della medicina sta compiendo dal punto di vista umano e culturale, perché – come sottolinea Comoretto – «le cure palliative guardando la persona dal punto di vista olistico, non si basano solamente sul dato medico, ma si declinano nei singoli contesti» e vengono accolte «in accordo con la sensibilità popolare e personale».