08 Lug 2015

Quante speranze, in quel giardino di Via Margutta

Un giardino nel pieno centro della Capitale, una cooperativa sociale, un'Ipab, un buon lavoro: così nasce una storia in cui tanti insegnano e tanti imparano, e la città festeggia. Sperando che la storia possa continuare

“Il buio oltre la siepe”, dovrebbe chiamarsi così, evocando
il celebre romanzo di Harper Lee, il progetto a cura dell’Ipab Sant’Alessio di
Roma, che da più di un secolo assiste i ciechi e per loro, da quando è stato
ristrutturato un bellissimo borgo antico nel centro della capitale (lasciato in
eredità ai ciechi da un’artista mercante d’arte), ha anche una sede per fare stabilmente
teatro sensoriale, animazione culturale e sociale per i propri assistiti e non
solo.

Dovrebbe, vorrebbe. Ma il progetto, che ha segnato un primo
passo grazie al lavoro di recupero dello stabile fatto dalla cooperativa
sociale di tipo B Parsec Flor, rischia di non poter prendere corpo per mancanza
di fondi.


Scade il 7 agosto la prima fase, quella che ha consentito ai giovani della
cooperativa di recuperare un’area verde di particolare pregio nel comprensorio
di Via Margutta 51 che, oltre ad aver ospitato nel corso degli anni numerosi
artisti di fama internazionale, è stato anche al centro del film “Vacanze Romane”,
e perciò è meta di numerosi visitatori italiani e stranieri, che potranno così
frequentare lo spazio appena restituito alla fruizione. I giovani cooperatori
hanno in poche settimane ripulito sterpaglie e buttato oltre 40 sacchi pieni di
spazzatura che i turisti, senza preoccuparsi più di tanto, gettano dall’alto
della strada che porta a Trinità dei Monti, alla fine dei loro pasti. Tutto
rimesso in forma godibile e che potrebbe essere riaperto alla cittadinanza e ai
turisti.

Il progetto (finanziato dalla Regione Lazio, con l’avviso pubblico
“Innova tu: la nuova sfida dell’innovazione sociale”) è stato importante anche
per alcuni aspetti innovativi. Il primo riguarda il coinvolgimento della
Cooperativa Sociale di tipo b) PARSEC Flor i cui soci lavoratori, per lo più ex
tossicodipendenti, hanno istruito un piccolo gruppo di degenti del Dsm dell’ASL
Roma A
, a cui è stata erogata una borsa–lavoro di 500 euro per circa 20 ore di
lavoro settimanali in 6 mesi. I primi, quindi, hanno avuto l’occasione di
sperimentare la professionalità acquisita nel settore del giardinaggio e delle manutenzione
di aree verdi durante il percorso svolto negli ultimi anni, mentre i secondi
hanno compreso come sia possibile migliorare la propria condizione impegnandosi
in processi di recupero socio-lavorativi.

L’altro aspetto significativo è che la collaborazione ha portato
alla realizzazione di un “Giardino degli Aromi”, che permette ai non vedenti di
apprezzare le essenze tipiche della flora mediterranea e di conoscerne le
caratteristiche salienti anche grazie ad apposite schede didattiche in braille.
Salvia, Timo, Rabarbaro, Melissa, Menta e centinaia di altre piante fanno bella
mostra allietando la vista, di chi può, e l’olfatto.

Giovanni, uno dei cooperatori che ha insegnato agli ex
tossicodipendenti a piantare e ad avere cura del giardino, ci guida con
fierezza sulle stradine del parco che presenta un’incantevole veduta di
Roma.
«
È un peccato se tutto questo non dovesse continuare», ci dice
il ragazzo moldavo, in ottimo italiano, facendo eco alle parole del presidente
dell’Ipab Amedeo Piva, che esorta i responsabili istituzionali: «non lasciamo
il lavoro a metà strada». Ci indica i posti dove c’è ancora molto da lavorare,
riassettare, ripulire, ricostruire (persino un ammasso di pietre diroccate che
sarebbero appartenute ad una casetta di Totò). Il tutto per renderlo ancora più
agibile e più bello di adesso: ma chi si occuperà di tutto questo?

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