Rientro in presenza o DaD? le richieste degli studenti per una scuola più sicura

L'ultimo Dpcm ha dettato nuove regole per il rientro in presenza degli studenti in seguito al lockdown natalizio causato dal Covid-19. Queste misure hanno sollevato dubbi e contraddizioni tra gli studenti, che non hanno perso tempo nel mostrare il loro malcontento. Ma qual è l’opinione degli allievi italiani?

Vista la situazione critica della scuola a causa del lungo periodo passato in DaD (Didattica a distanza), il Governo, tramite il DPCM del 15 Gennaio, ha disposto le nuove direttive per il ritorno a scuola delle classi secondarie di secondo grado. Queste dovranno garantire la didattica in presenza di almeno il 50% degli studenti fino ad un massimo del 75%, per le regioni gialle e arancioni, salvo le diverse disposizioni individuate da singole Regioni. Per il resto degli studenti, l’attività dovrà essere svolta a distanza.

Resta però garantita la possibilità di svolgere attività in presenza, qualora sia necessario l’uso di laboratori o per garantire l’inclusione scolastica degli allievi con disabilità o con bisogni educativi speciali.

A darne notizia sui social è la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che esprime grande entusiasmo per le scelte del comitato tecnico scientifico (CTS) guidate dalla necessità di tutelare i diritti e la salute degli studenti. 

 

Le reazioni degli studenti

Come già accaduto con il precedente Dpcm del 5 Gennaio, dove veniva indicata come data di ripresa della didattica in presenza l’11 Gennaio, ancora una volta centinaia di studenti delle scuole secondarie di secondo grado si sono movimentati per dire la loro.

Per mostrare il loro malcontento, in numerosi hanno scelto di manifestare contro le misure prese riguardo l’attività scolastica. Molti sono stati i Sit-in di fronte a scuole e piazze, come quello svolto a Piazza del Popolo, durante il quale, seduti per terra a distanza di sicurezza, i ragazzi hanno ribadito la richiesta di voler tornare in classe, ma con le giuste disposizioni di sicurezza in aula e ma sopratutto sui mezzi di trasporto.

Alla scelta della manifestazione in piazza, molti ragazzi hanno optato per metodi più drastici, scegliendo l’occupazione della struttura scolastica. Particolare è la situazione del “Liceo classico e linguistico Immanuel Kant”, dove durante l’occupazione studentesca, approvata anche dalla preside, i metodi bruschi della polizia per fermare i ragazzi hanno sollevato diverse polemiche.

Come riporta il “Corriere della Sera” e secondo le testimonianze degli studenti, dei poliziotti in borghese hanno accerchiato e aggredito un ragazzo. A detta dei compagni, “adesso sta bene ma è sotto shock”.

Vista la situazione, abbiamo deciso di sentire le voci di diversi studenti e insegnanti. Grazie ad un loro video-selfie, ci aiuteranno a capire cosa ne pensano della DaD.

 

 

Le parole della Ministra dell’Istruzione

La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, durante una visita all’istituto scolastico di Bagno a Ripoli, ha espresso la sua opinione riguardo la didattica a distanza: “Rivendico la Didattica a distanza ─ riporta il TGR della Toscana ─ in quanto ci ha permesso di affrontare lo scorso anno scolastico, di salvarlo, di creare un rapporto che si sarebbe interrotto brutalmente fra gli insegnanti e i nostri studenti, ma ritengo che la Dad sia sicuramente uno strumento utile ma deve essere limitato nel tempo. Non si può fare di certo un anno di Dad”.

Durante un’altra visita a Firenze, in occasione dell’incontro con il presidente della regione Toscana Eugenio Gianni, la Ministra ha ribadito nuovamente come la scuola non sia legata solamente all’apprendimento, ma anche di come questa costituisce una fase fondamentale della vita di ogni studente.

La Ministra ha inoltre sottolineato come la scuola sia un ambiente più sicuro e controllato, a fronte dei luoghi di ritrovo al di fuori della struttura scolastica, in cui gli studenti si incontrano.

 

La situazione risulta contorta. Mentre da una lato le istituzioni cercano di riaprire per evitare il ritorno in DaD, dall’altra gli studenti, stanchi della didattica a distanza, chiedono il rientro ma in sicurezza. L’aspetto che li spaventa maggiormente è la sicurezza sui mezzi di trasporto, essenziali per lo spostamento di gran parte degli studenti. Per adesso sono molti gli istituti che hanno deciso di svolgere le lezioni anche il pomeriggio, per evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici e la diffusione del contagio.

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