Una grande festa a conclusione dell’anno scolastico, sabato 6 giugno a Roma, negli spazi della Città dell’Altra Economia. Normale?
Più o meno…, visto che ad organizzarla sono le associazioni di volontariato che
fanno parte della Rete delle Scuolemigranti, con i
loro 900 docenti, che insegnano gratuitamente l’italiano ad oltre 10.000
stranieri.
La Rete è una realtà che nel Lazio copre il 50% del fabbisogno di
alfabetizzazione per immigrati e richiedenti asilo, che non trovano posto nelle
scuole pubbliche.
Nata nel 2009 per coordinare il
lavoro di didattica che già veniva svolto da 11 associazioni, ora ne riunisce 60
con 102 sedi distribuite a Roma e nel Lazio. I corsi offrono un’ampia varietà
di scelta di orari e di livelli di preparazione, compreso quello che si conclude
con l’attestato richiesto per i permessi di soggiorno.
L’attività comprende
l’insegnamento della lingua, ma anche educazione civica ed elementi di cultura
italiana, e poi occasioni di scambi umani e culturali, di relazioni, di
conoscenza delle città e del territorio, di contatto con altri mondi. Il tutto
in stretta collaborazione con gli Istituti scolastici pubblici, unici abilitati
a rilasciare l’attestato di conoscenza della lingua, per il permesso di
soggiorno prolungato. «Ma accanto a questo lavoro – ci ha detto Paola Piva, la
coordinatrice della Rete – , c’è tutto un lavoro capillare per incentivare
anche persone che non hanno bisogno dell’attestato (richiedenti asilo, o qui
per ricongiungimento familiare, ad esempio), ma di imparare presto e bene la
lingua per esigenze di lavoro. Questo lavoro di incentivazione e recupero può
farlo in modo egregio soprattutto il volontariato».
I volontari/insegnanti sono
soprattutto giovani laureati in lingue, che hanno voglia di mantenere viva la
propria conoscenza di altre lingue; ex insegnanti in pensione, o professionisti
che hanno maturato percorsi didattici in altri campi. Competenze che la Rete
mantiene aggiornate con corsi di formazione appositamente creati.
Questa ricchezza umana, sociale e culturale, sarà al centro
della festa, la prima della Rete, per mettere in contatto le associazioni tra
di loro, la città con i migranti e con quanti impegnano il loro tempo a rendere
possibile la conoscenza reciproca e l’integrazione.
Sabato 6 giugno, al Testaccio, il programma prevede, tra l’altro, una visita guidata al
quartiere Testaccio; giochi di piazza della tradizione per bambini e adulti;
giochi internazionali da tavoliere: biliardo indiano, backgammon, paramapadam
(scale e serpenti); torneo di scacchi; letture animate di fiabe e costruzione
di giocattoli; gare sportive; danze popolari; musica e teatro; per concludere
con la visione del Film “La mia classe”; di Daniele Gaglianone, con Valerio
Mastandrea e persino la finale Champions League Juventus – Barcellona