Salute mentale in Italia: crisi e svolta del Bonus Psicologo

Approvato il decreto attuativo e raddoppiati i fondi per il 2023 dell'incentivo alle consulenze psicologiche. Un focus, attraverso il parere di esperti, su come il bonus sia diventato caso mediatico e politico

In un contesto di rinvii e considerevoli ritardi, il 23 novembre 2023 è stato approvato il decreto attuativo del Bonus Psicologo, un aiuto economico per i cittadini che hanno bisogno di accedere a servizi di psicoterapia. È notizia del 29 novembre, inoltre, il raddoppio dei fondi per l’anno in corso: in un emendamento riformulato dal governo al decreto anticipi, all’esame della commissione Bilancio del Senato, la dotazione del bonus psicologo per l’anno 2023 ha raggiunto i 10 milioni di euro. Perciò, i cittadini in possesso di un Isee fino a 50mila euro, potranno richiedere di usufruire del bonus direttamente online, dal sito dell’INPS, non appena la piattaforma sarà aggiornata.

Nascita e sviluppo del bonus

Si tratta di due novità incoraggianti nell’ambito dell’implementazione di politiche mirate a sostenere il benessere psicologico della popolazione. Tuttavia, è altrettanto importante fare riferimento al processo che ha accompagnato l’iter di questo progetto di legge.

A tal proposito, per comprenderne i passaggi politici, abbiamo chiesto al sen. Filippo Sensi (PD) – uno dei Padri di questo emendamento – di raccontarci in breve il contesto e le condizioni in cui è nato questo progetto.

 

Il Bonus Psicologo, dunque, ha origine nel contesto della pandemia da Covid-19 come risposta ai “segnali d’allarme” rispetto alla salute mentale dei cittadini. Il sen. Sensi, insieme alla senatrice Caterina Biti (PD), hanno proposto un finanziamento finalizzato a consentire ai cittadini italiani di richiedere delle sedute di psicoterapia specialistiche.

Nonostante il consenso trasversale al Senato, il bonus non viene approvato al Ministero. Ciò ha scatenato una forte reazione sulla rete, soprattutto tra i giovani, canalizzata in una petizione online su Change. Grazie alla pressione generata dall’opinione pubblica e ad alcuni accorgimenti sulla natura del progetto, il bonus è stato ripresentato alla Camera, ottenendo così l’approvazione tramite un decreto MilleProroghe.

Il 2022 è stato, così, l’anno della prima erogazione del bonus, e l’esito è stato un successo (seppur insufficiente rispetto alla domanda): i 25 milioni di euro stanziati dal Governo, infatti, hanno generato 395mila richieste e un totale di soli 45mila beneficiari. Di conseguenza solo 1 persona su 9 ha potuto usufruire del bonus. Malgrado la risposta significativa ricevuta dalla popolazione, nel 2023 il bonus ha vissuto nuovamente un “viaggio” tortuoso all’interno del suo percorso legislativo: la costante proroga della pubblicazione del decreto attuativo, fino a poche settimane fa.

La polemica mediatica sul bonus

Novembre, infatti, è stato il mese in cui il bonus psicologico si è trasformato in caso mediatico e politico, grazie all’intervento a Che tempo che fa di un noto personaggio pubblico: Federico Leonardo Lucia, meglio noto come Fedez. Il cantante e influencer italiano ha messo in luce il successo della “risposta” dei cittadini al bonus psicologo 2022 e ha dichiarato che «con la nuova finanziaria, questo governo ha deciso di tagliare questi 25 milioni di euro, che erano comunque insufficienti, e portarli a 5 milioni di euro». Seppur in maniera leggermente inesatta, l’intervento di Fedez è stato cruciale per lo sblocco dei fondi per l’anno ancora in corso.

 

Per fare un po’ di chiarezza su questi passaggi tecnici e prettamente politici, abbiamo chiesto al giornalista dell’ANSA Giovanni Innamorati un parere rispetto alle “conseguenze” del dibattito scatenato sui social, e più in generale all’interno dell’opinione pubblica:

I “retroscena” in Parlamento

Lo “scalpore” generato da Fedez non si è limitato solo alle piattaforme digitali: infatti, la questione sul bonus psicologo ha messo piede anche in Parlamento.

Nonostante il bonus psicologo nasca in un contesto di sinistra, nei giorni subito successivi al suo intervento, si è fatto strada un interesse che ha coinvolto più forze politiche. Infatti, Forza Italia – che fa parte della coalizione del governo in carica – ha presentato un emendamento alla commissione di Bilancio del Senato chiedendo un aumento del fondo monetario destinato alla dotazione del bonus. Primi firmatari di questa proposta di legge sono stati i senatori Claudio Lotito e Licia Ronzulli, la quale ha dichiarato: «L’obiettivo è tutelare la salute mentale degli italiani, che è importante quanto quella fisica».

È a partire da questa scelta di posizione che è nato un fronte comune all’interno dell’assemblea legislativa, il che ha contribuito all’approvazione del decreto attuativo per il bonus psicologo, emanato lo scorso 23 novembre. Rispetto a questa decisione, infine, il ministro della salute Orazio Schillaci ha affermato: «Dopo la sperimentazione del bonus durante la pandemia, questo governo ha voluto rendere strutturale questa misura ed ha aumentato l’importo massimo del contributo che i cittadini potranno richiedere all’Inps». Si tratta di un contributo che va dai 1500 euro per redditi con Isee inferiore a 15mila euro (fino a 50 euro per ogni seduta) ai 1000 euro per redditi compresi fra 15 e 30mila euro e ai 500 euro per redditi sopra i 30mila.

Il bonus non basta: verso riforme strutturali

È un dato di fatto, come annunciato anche dall’on. Sensi sul suo profilo X/twitter, che sta emergendo una «percezione ormai condivisa sulla priorità della salute mentale»:

Eppure, il bonus psicologo è davvero l’unica risposta possibile per venire incontro ai bisogni dei cittadini in ambito “salute mentale”? Ecco cosa ha affermato il senatore Filippo Sensi durante l’intervista:

Accordo o compromesso?

Giorno dopo giorno, nel costante rilascio di notizie, i cittadini italiani stanno assistendo a una serie di manovre più o meno “comprensibili” a occhi poco esperti in politica. Qualsiasi iniziativa diretta al benessere della popolazione rappresenta un tassello fondamentale all’interno del più ampio discorso sulla costruzione di una cultura condivisa sulla salute mentale. Tuttavia, abbiamo voluto lanciare una provocazione al dott. Innamorati: a oggi i fondi previsti per il bonus psicologico del 2024 corrispondono a 8 milioni di euro; alla luce delle ultime scelte comunicate alle agenzie di stampa, i recenti decreti si potrebbero definire accordo o compromesso? C’è il rischio di puntare su questi piccoli “compensi” per mettere da parte le proposte più strutturali attualmente in esame in Parlamento? 

Il ruolo dello Stato

Attualmente la politica italiana non gode di ampia approvazione né partecipazione dei giovani. Un primo passo per coinvolgerli in tematiche di interesse pubblico può essere rappresentato dall’interessarsi innanzitutto su quanto sta a cuore ai giovani stessi, che – soprattutto in quest’ultimo periodo – si stanno impegnando nel battersi per ciò in cui credono, seppur tramite modalità e strumenti non “convenzionali”.

Crederci, impegnarsi, agire. Queste le parole chiave dell’on. Sensi, che sottolinea l’importanza di un rapporto fecondo tra cittadini e Stato.

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