Solo l’educazione può salvarci dall’infobesità

Ritrovare il contatto con la realtà, le relazioni, la partecipazione: le proposte di Pier Cesare Rivoltella per aiutare le nuove generazioni a vincere le sfide che i media ci lanciano

Venticinque anni, ecco l’età della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Salesiana. Per ripensare la comunicazione, la facoltà ha organizzato il 14 e 15 novembre 2014 scorso un convegno intitolato “Ripensare la comunicazione. Le teorie, le tecniche, le didattiche”. Fra i vari interventi del primo giorno, Pier Cesare Rivoltella dell’Università Sacro Cuore di Milano ha sviluppato il tema della comunicazione educativa nel mondo digitale.

Per Rivoltella, nel ripensare la comunicazione, bisogna riscoprire le dimensioni, le metafore, le logiche della comunicazione e le sfide ad essa  legate.

Prima di tutto, l’educazione oggi si trova di fronte ad una sfida informazionale. Davanti alla sovra-informazione, al contesto fluido, mobile e complesso, è richiesta un’ attenzione particolare al pensiero critico. Si può evitare questa malattia, detta infobesità, prendendo una distanza ragionevole all’informazione. Non tutto fa bene, non tutto è necessario leggere o ascoltare. Una selezione critica ci può salvare.

E poi, secondo Rivoltella, l’educazione si svolge in un ambiente comunicativo relazionale e profondamente affettivo, che richiama una ridefinizione dei limiti. Per questo, serve un pensiero posizionale, che permetta di porsi nel punto di vista dell’altro, per riscoprire il sapore della gratuità, dell’alterità e della reciprocità.

Terzo, educare oggi in un mondo digitale richiede di accettare che si viva come in un viaggio esplorativo. L’immagine che ci formiamo del mondo è mediata. Bisogna quindi uscire per vivere, toccare, incontrare la realtà e fare comunità. Bisogna fare una esperienza diretta e non un viaggio virtuale.

Infine, il mondo digitale pone all’educazione una sfida partecipativa, che rivela una dimensione rituale della vita. Le nuove tecnologie propongono una partecipazione ridotta, a una bassa definizione. Un like per esempio è meno coinvolgente e non richiede neanche di leggere tutto. Bisogna quindi costruire una sua nuova cittadinanza basata su una partecipazione attiva e cosciente.

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