È mattina presto in Brasile e il sole sorge su Belo Horizonte, la capitale dello stato del Minas Gerais, ideata per essere una città-giardino, ricca di parchi ed aree verdi. Quel sole, color oro, sale alto nel cielo e illumina i prati verdi della città, ricordando a tutti che oggi è il giorno di Brasile–Germania, il giorno in cui questi splendidi colori – il verde e l’oro appunto – stanno insieme che è una meraviglia, in un mix di emozioni che rendono tutti parte integrante di un’intera nazione.
Tifare questi colori vuol dire essere rappresentati dalla nazionale più vincente della storia del calcio, vuol dire essere membra di un corpo unico che vive di pallone 24h al giorno. Oggi più che mai, è il giorno del sogno brasiliano. Quel sogno nato il 12 giugno in occasione della partita inaugurale della coppa del mondo e che sembra aver riposto nel dimenticatoio anche tutti i problemi e le manifestazioni di dissenso extra calcistiche, che si erano scatenate nei mesi precedenti.
La Selecao, nonostante i problemi tecnico-tattici e le difficoltà di gioco, è arrivata fino alla semifinale contro la Germania, la partita che alle ore 22.00 italiane stabilirà la prima finalista del mondiale. Sarà difficile, molto difficile, avere la meglio sulla Germania di Joachim Low; una squadra preparata, che fa un calcio piacevolissimo ed efficace, considerata da molti come la favorita più accreditata per la vittoria finale.
Non sarebbe stato facile neanche con un Brasile al gran completo, ma la squalifica di capitan Thiago Silva e l’infortunio di Neymar hanno gettato il Paese in un vero e proprio dramma sportivo. Un dramma che è stato visto da molti quasi come un segno dal cielo: un segnale premonitore di un altro mondiale maledetto, come quello del 1950, perso in casa in finale contro l’Uruguay davanti ai 200 mila spettatori del Maracanà. L’ex milanista recupererà il suo posto al centro della difesa per l’ultima partita (la finalissima o la finalina per il terzo posto), mentre per Neymar il mondiale sembra finito, con l’intervento durissimo del colombiano Zuniga. Il fenomeno del Barca, autentico trascinatore del Brasile in questa competizione, ha riportato la frattura della terza vertebra lombare e dovrà limitarsi a fare il tifo per i suoi compagni, con la speranza che possano comunque arrivare a quel sogno che lui stesso aveva promesso al suo Paese.
Ce la farà il Brasile senza di lui? È quello che si sono chiesti un po’ tutti dopo l’infortunio di venerdì a Fortaleza. Stasera capiremo di che pasta è fatta questa Selecao, capiremo se senza i suoi punti fermi riuscirà a superare quella che sembra l’invincibile Germania. I 62 mila dell’Estadio Minerao di Belo Horizonte ci credono, così come i 200 milioni di brasiliani che questa sera, dalle spiagge di Copacabana alle favelas, supereranno tutte le divisioni e si uniranno per 90 minuti in un solo grido: “Brasil !” .