Stop alla fame con le larve

Il progetto FasoPro, in Burkina Faso, propone l'allevamento intensivo di larve da inscatolare per risolvere la malnutrizione: premiato dall'università di Berkeley

Larve
per colazione, pranzo e cena.
Anche per uno spuntino, se non ci
vedete più dalla fame.

Non è
uno spot pubblicitario di Bear Grylls
, ma un progetto ideato da un
giovane ingengnere burkinabè per produrre ed inscatolare larve da
vendere a prezzi accessibili in tutto il paese.

Le
larve degli alberi di Karitè
sono un alimento sano, a base di
proteine, ferro e grassi saturi che potrebbe rappresentare un valido
alleato contro la malnutrizione.

Grazie al
crowd-funding
abbiamo raggiunto il capitale necessario per avviare il
progetto – spiega Kahitou Hien alla rivista Jeune Afrique – e
adesso cominceremo a mettere in pratica la nostra idea”. Il
progetto, chiamato Faso Pro, è stato premiato dall’università di
Berkeley per il forte impatto sociale che potrebbe provocare, una
volta sperimentato con successo.



Le larve alla base
del progetto sono quelle nate dalle uova di farfalla
che, tra i mesi
di giugno e settembre, popolano i rami degli arbusti di Karité. Sono
solitamente le donne a raccogliere ed essiccare questo prodotto, per
poi rivenderlo nei mercati locali: le larve sono però considerate
ancora come un alimento costoso e prelibato, in circolazione per
pochi mesi all’anno. L’inscatolamento di tale prodotto porterebbe
invece allo sviluppo di un’industria basata sulla necessità di
nutrizione del paese a costi relativamente ridotti.



I sacchetti di
Tommou’ Delice
, questo il nome commerciale scelto per il prodotto,
potrebbero essere sugli scaffali dei supermercati di Ouagadougou già
a partire da luglio. Sulla confezione, l’immagine di una donna
africana e un piatto di appetitose larve.

Sul retro, ricette
che prevedono l’utilizzo di larve, fresche o essiccate, per tutti i
gusti.

De gustibus non
disputandum est, dicevano i latini.

Se però un alimento così
semplice e diffuso non solo riuscisse a sconfiggere la fame, ma
potesse diventare il simbolo di un’Africa che si risolleva con le sue
mani dai problemi che la affliggono, tramite imprenditorialità
locale legata ed ispirata dai bisogni reali della cittadinanza,
allora forse anche noi schizzinosi occidentali riusciremmo a guardare
gli insetti, e le risorse naturali, con occhi nuovi.

Fonti ed approfondimenti

FasoPro

Misna

@RitaDalCanto

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