«La
nave di Teseo saluta il suo capitano. Grazie Umberto».
Con questo tweet il
mondo della cultura, non solo italiana ma anche internazionale,
saluta l’ultimo viaggio di Umberto Eco. Nato ad Alessandria nel
1932, primo semiotico italiano, esperto di filosofia, scrittore.
Autore de “Il
nome della rosa”
del 1980, vincitore di 4 David di Donatello.
Nonostante
l’indiscussa grandezza intellettuale e la sua fama mondiale, non si
può parlare di Umberto Eco senza sottolineare la forte personalità
e l’instancabile interesse per la vita politica e sociale del
Paese. Non
passò inosservata quella che è stata già definita “l’ultima
grande follia di Eco”. Durante un’ intervista, concessa a
Repubblica
lo
scorso 24 novembre,
lo scrittore presentò la nuova casa Editrice “La
nave di Teseo“,
su invito di Elisabetta Sgarbi. Eco
aveva deciso,
insieme a Sandro Veronesi, Hanif Kureishi, Tahar Ben Jelloun ed
altri, di
non pubblicare più per il nuovo colosso Mondadori-Rcs
controllato da Segrate, pur essendo tra i migliori della scuderia
Bompiani, ma di seguire Elisabetta Sgarbi in una nuova avventura.
Quando Francesco Merlo, giornalista di Repubblica,
definisce la scelta «velleitaria», Umberto Eco, con la sua
inconfondibile simpatia e genuinità risponde «Velleitari? Peggio,
siamo pazzi. Il
progetto è l’unica alternativa alla Settimana Enigmistica, il vero
rimedio contro l’Alzheimer», e continua: «l’ editoria è il modo più elegante per
dissipare i propri risparmi, magari in modo lento, ma sicuro».
Inoltre lo scrittore spiegava: «Teseo è solo un pretesto, un nome
come un altro. L’importante
è la nave, non Teseo».
A quel punto Eco dà un’importante lezione di semiotica, affermando
che «la nave di Teseo è quella che perde, ma è in grado di
sostituire i pezzi, continua a navigare con o senza il suo capitano,
con o senza Teseo, per condurre i suoi passeggeri in acque sicure». Oggi
queste parole risuonano premonitrici della sua scomparsa, ma il più
importante insegnamento che Umberto Eco lascia al mondo intero
riguarda l’immortalità:
«
Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita, ma chi legge
avrà vissuto 5000 anni. La
lettura è un’immortalità all’indietro».