Aprire la finestra della camera, trovare un cielo grigio, spento, apparentemente vuoto. Chiudere la tenda, poggiarsi su un letto, interrogandosi su quanto il proprio morale possa essere sottile al pari di un filo di seta. Non è la prefazione di un romanzo esistenziale di narrativa classica, ma uno dei possibili scenari quotidiani, di chi almeno per un giorno preferirebbe non avere tempo, ma starsene tranquillamente spento.
Spegnere il flusso di pensieri più intenso, estraeniarsi dalla quotidianeità non significa di colpo essere inattivi. L’estraneazione è la medicina dell’anima, un’intima pratica stimolante l’immaginazione, fautrice di una creatività spontanea, repressa non poche volte.
Alzate la testa, fate valere le vostre idee, quei sogni e ideali che spesso avete paura di celebrare e difendere in pubblico, solo per il semplice timore di essere giudicati e derisi. Alzate la testa per reprimere i dubbi e i giudizi affrettati di chi non vi conosce, alzatela per chi ha sempre creduto in voi, contribuito con sacrifici al fine di non spegnere mai quel vostro entusiasmo. Immaginate, create, non perdete mai quello spirito di intraprendenza e dose di sana strafottenza, di chi almeno per una volta nella vita, sente di tenere il mondo tra le dita. Alzate la testa per alimentare quel fuoco interiore che ha bisogno costante di legna, solamente per ardere in tutto il suo maestoso spettacolo di luci e calore.
Non è vero che il treno passa una sola volta, ha degli orari alquanto variabili, ma è in costante servizio; aspetta solamente di essere preso con l’incoscienza di chi non ha paura di affrontare quel sano rischio, di cui tutti spesso abbiamo bisogno. Alzate la testa per Manuel Bortuzzo e Simone, due ragazzi con storie molto diverse, ma accomunati dalla stessa voglia di ripartire alla ricerca di nuovi scenari suggestivi, spinti solamente dallo spirito di chi lotta non per sopravvivere o vincere sull’altro, ma per dimostrare che la vita offre anche sorrisi spontanei, generati dal cuore.
Una volta preso il treno, guardatevi intorno, osservate i dettagli più nascosti, l’oscillazione tracotante dei vagoni. Affiancate un finestrino e alzate la testa; fate tutto con il semplice gusto di chi guarda prima con gli occhi, per poi osservare il resto con l’immaginazione più profonda dell’anima.